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Rassegna stampa .............................................................................................................................. Il testo della proposta francese Omofobia vaticana: non in nostro nome Dopo anni di battaglie contro il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali, ma anche contro l’approvazione di leggi che vietino la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, ovvero contro l’omofobia, in nome di una fantomatica difesa della famiglia “naturale” e del sacro vincolo del matrimonio, il Vaticano getta finalmente la maschera e si schiera per la criminalizzazione delle persone omosessuali e per la loro incarcerazione o, addirittura, uccisione mediante impiccagione o lapidazione. Nessun distinguo e nessuna arrampicata sugli specchi della diplomazia cattolica può infatti nascondere la vera ragione del rifiuto della Santa Sede alla richiesta europea, sottoscritta da altri 54 Stati, di depenalizzare l’omosessualità. Si legge infatti, nel documento che la Francia si accinge a presentare all’ONU: “Esortiamo gli Stati a prendere tutte le misure necessarie, in particolare legislative o amministrative, per assicurare che l’orientamento sessuale o l’identità di genere non possano essere, in nessuna circostanza, la base per l’attuazione di pene criminali, in particolare di esecuzioni, arresti o detenzioni”. Rifiutare questo significa approvare la detenzione, la tortura e la condanna a morte di uomini e donne solo sulla base del loro orientamento sessuale o identità di genere. Il richiamo al matrimonio o alla famiglia, rispetto alla richiesta di “depenalizzazione” dell’omosessualità, risulta talmente incredibile e ridicolo da far pensare ad una enorme gaffe. Purtroppo così non è, e le ulteriori spiegazioni date dalla Santa Sede “Si creerebbero ulteriori discriminazioni verso quegli Stati che non riconoscono il matrimonio tra omosessuali”, considerato che quasi nessuno dei paesi firmatari riconosce il matrimonio gay, dimostrano ulteriormente l’incapacità della diplomazia vaticana di trovare una qualsiasi giustificazione credibile per una posizione dichiaratamente omofoba. Nessuna fantomatica difesa della famiglia può infatti giustificare l’avallo alla detenzione, alla tortura e all’impiccagione di persone solo sulla base del loro orientamento sessuale. Una sconfitta politica e morale per una Chiesa che a parole si dichiara contro la pena di morte, che fa le barricate per difendere gli embrioni, che chiama assassine le donne che con grande dolore sono costrette all’interruzione di gravidanza ma che condivide la tortura, il carcere e l’omicidio di gay e lesbiche. Vergogna! Non abbiamo più alcun rispetto per questa Chiesa e questo Papa che anziché ergersi a difensori della pace, degli oppressi e degli affamati, da anni praticano una politica di odio e istigazione alla violenza verso le persone omosessuali. L’ossessione sessuale di Ratzinger è nota da tempo. Nel 1986, a capo della Congregazione per la dottrina della fede, scriveva: “[…] la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata.” (Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, del 1°-10-1986). E ancora “Vi sono ambiti nei quali non è ingiusta discriminazione tener conto della tendenza sessuale: per esempio nella collocazione di bambini per adozione o affido, nell’assunzione di insegnanti o allenatori di atletica, e nel servizio militare” (Osservatore Romano 24 settembre 1992). Nel 2006, Ratzinger arriva a paragonare le unioni omosessuali “all’eclissi di Dio”. Non l’olocausto, che la Chiesa Cattolica mai combatté, non la fame nel mondo, la guerra, lo sfruttamento, lo schiavismo o la tratta di minori: l’eclissi di Dio sono due uomini o due donne che si amano! Il vaticano e Ratzinger sono i mandanti morali delle aggressioni, degli stupri, delle violenze e degli omicidi di gay, lesbiche e trans in tutti i Paesi cattolici. Nessun rispetto, nessun dialogo, nessun riconoscimento per chi ci condanna a morte. Il Movimento Omosessuale Sardo lancia la campagna “Non in nostro nome”, ovvero una campagna per la cancellazione dei nostri nomi dagli elenchi della Chiesa. Nomi inseriti senza la nostra autorizzazione al momento del battesimo e che, in virtù della legge sulla privacy, possiamo richiedere di cancellare immediatamente. Tutte le persone battezzate sono “aderenti” alla Chiesa Cattolica e ne costituiscono il “corpo associativo” avallandone, di fatto, tutte le posizioni. I cattolici che credono in questo Papa e in questa Chiesa sono una minoranza di integralisti omofobi e misogini. Dimostriamogli la nostra contrarietà cancellando i nostri nomi dai loro elenchi. Lasciamoli soli nella barbarie del loro odio. Per informazioni sulla campagna e per i moduli per la richiesta di cancellazione dati tel 079219024, www.movimentomosessualesardo.org. Vai alla pagina con le informazioni per la cancellazione dei tuoi dati dai registri della Chiesa >>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
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