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DOMENICA, 06 APRILE 2008
La Nuova Sardegna, Pagina 25 - Sassari
Due documenti uguali: in uno la firma dello Sdi, nell’altro di Rifondazione
Il registro delle unioni civili va in aula
Ma la campagna elettorale accende la polemica: presentate due mozioni
di LUIGI SORIGA
SASSARI.
Ci vuole la campagna elettorale per scuotere gli animi dal torpore e risvegliare la sensibilità verso i temi più scomodi. Capita così che il registro delle unioni civili, argomento tabù per il consiglio comunale di Sassari, lasciato decantare per due anni negli scantinati delle buone intenzioni, rigermogli a primavera. Finalmente la mozione per il riconoscimento delle coppie di fatto è stata protocollata dagli uffici di Palazzo Ducale e approderà prestissimo in aula.
Ma l’euforia da urna porta con sè ben altre sorprese: le mozioni per il registro delle unioni civili sono diventate addirittura due. La prima ha la benedizione del Movimento omosessuale sardo e la firma in calce del consigliere di Rifondazione comunista Dario Satta, con al petto appuntata la spilletta della Sinistra Arcobaleno.
La seconda mozione, invece, è stata scritta dal consigliere dello Sdi Vinicio Tedde, che espone sul cuore in bella vista la spilla del Partito Socialista di Boselli.
Insomma, in perfetta coerenza con l’argomento, (le coppie di fatto, appunto) anche la battaglia per il Registro ha due genitori che ne rivendicano gelosamente la paternità. E si comoportano già come separati in casa: «Dopo aver lottato per anni per il riconoscimento dei diritti degli omosessuali e di tutte le coppie di fatto - si lamenta Tedde - ho trovato scorretto non essere stato coinvolto al momento di sottoscrivere questa iniziativa e presentarla alla stampa». Dario Satta, che alle polemiche è piuttosto refrattario, parla più genericamente di disguidi di comunicazione. L’unico che in fondo gongola è il presidente del Mos, Massimo Mele, al quale poco interessano i litigi tra partiti, dato che lui, il suo obiettivo, l’ha raggiunto in pieno: «A prescindere dall’esito in Consiglio - dice - che venga approvato o meno, la cosa importante è che si parli una volta per tutte di unioni civili. Mi sarebbe piaciuto che l’argomento fosse discusso in aula già prima dell’inizio della campagna elettorale, in modo che, al momento del voto, tutti avessero ben chiara la posizione di ogni singolo consigliere e gruppo politico rispetto a un tema importantissimo per la nostra società, che ne misura anche il livello di civiltà». Gli altri due sponsor morali del registro delle unioni civili, che durante i rari dibattiti in Consiglio hanno fatto sentire la propria voce isolata, sono gli esponenti del Pd Dolores Lai e Roberto Schirru. Per la verità alquanto imbarazzati e amareggiati per la piega strumentale che ha assunto il dibattito, prima ancora di essere discusso per davvero. Ma magari, una volta affievolita la vertigine elettorale, quando la mozione sul registro entrerà all’ordine del giorno della prima seduta del Consiglio, i toni cambieranno.
Si tratta comunque dell’argomento più spinoso per la maggioranza, messo sempre da parte perché non puntellato dai numeri necessari per l’approvazione. Gli ex Udeur e alcuni componenti della Margherita si sono sempre dichiarati contrari alle coppie omosessuali e lesbiche, e difficilmente potranno cambiare parere nell’arco di qualche mese. Per il registro, quindi, si preannuncia un concepimento e un parto molto travagliato.
Foto sopra sinistra: Massimo Mele durante l´occupazione del consiglio comunale 28/16/2007. Destra: un momento della conferenza stampa.
I consiglieri comunali, nell´ordine da sinistra:
Dolores Lai (PD), Roberto Schirru (PD), Dario Satta (SA) e Vinicio Tedde (SdI)
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