Oggetto: sul trasferimento di Malattie Infettive
Dopo alcune settimane di trattative sembra che alcuni dei punti in discussione circa il trasferimento della clinica di Malattie Infettive siano stati parzialmente risolti, così la ASL e l'Università provvederanno nei prossimi giorni all'effettivo trasferimento del reparto e dei servizi connessi.
Inparticolaresembrerebbe si sia finalmente trovato lo spazio per il laboratorio, in cui vengono effettuati gli esami del sangue fondamentali per il controllo e l'assistenza delle persone sieropositive, e per altri due ambulatori. Così come sembrerebbe sventata l'ipotesi, più grave, di obbligare i pazienti della Clinica ad effettuare le analisi nel laboratorio centrale e ritirare i farmaci per le terapie antiretrovirali nella farmacia centrale della ASL in via Monte Grappa.
Rimane invece irrisolto il problema del Day Hospital, per il quale non si è trovata sistemazione e della ristrettezza degli spazi che ospitano i posti letto che, per quanto numerosi, li renderebbe probabilmente inservibili in caso di ospedalizzazione di pazienti in isolamento, per patologie come Polmonite, Tubercolosi, Meningite ecc., come spesso capita in un reparto di Malattie Infettive.
L'Università, in una dichiarazione alla stampa, indica nella fine del 2008 la data di consegna della nuova Clinica in viale San Pietro la cui costruzione venne bloccata alcuni anni fa a causa del fallimento dell'impresa che si aggiudicò l'appalto.
Le stesse tranquillizzanti dichiarazioni vengono fatte con regolarità da anni e poi puntualmente smentite dai fatti: infatti secondo quanto dichiarato dall’Università in passato l’inaugurazione del nuovo stabile sarebbe dovuta avvenire alla fine del 2005.
Non vogliamo ora entrare nel merito della poca chiarezza circa l'utilizzo dei finanziamenti per la costruzione della nuova Clinica ottenuti dall'Università nei primi anni '90, nemmeno nell'altra oscura vicenda sul fallimento dell'azienda costruttrice, fatti questi che sarà opportuno approfondire nelle sedi competenti. Vorremmo però capire come mai l'Università abbia atteso così a lungo prima di indire la nuova gara d'appalto,di cui ancora non si ha certezza.
E' certo che la direzione della Clinica non è riuscita negli anni ad "imporre" una accelerazione nella risoluzione del problema degli spazi che l'ha costretta per anni, e con essa i ca. 550 pazienti sieropositivi e tutti gli altri seguiti dalla Clinica stessa in spazi inadeguati e poco decorosi.
Ma è anche vero che sarebbe dovuta essere cura di tutta l'Università trovare rapidamenteuna soluzione alla vergognosa sistemazione dei reparti e degli altri servizi di Malattie Infettive che ha comportato notevoli disagi e anche una minaccia alla salute delle tante persone sieropositive costrette ad una frequenza quasi quotidiana di quegli spazi.
Ci auguriamo che la presa di coscienza e l’assunzione di precisi impegni da parte dell’Università, per superare i suoi gravissimi ritardi, non siano solo parole al vento come in passato ma il preludio ad un nuovo e diverso approccio nell'affrontare l'HIV e l'Aids nella nostra città.
Massimo Mele – Movimento Omosessuale Sardo
Franca Puggioni – Arci Provinciale Sassari
Antonio Cei – Comitato lotta all’Aids Sassari