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GIOVEDÌ, 21 FEBBRAIO 2008
Pagina 25 - Sassari
Critiche durissime durante l’assemblea preliminare al congresso di venerdì

Sinistra arcobaleno, scontro con i movimenti

SASSARI. Doveva essere un incontro allargato, una chiamata a raccolta per monitorare il sostegno da parte delle associazionismo, dei movimenti e della società civile alla costituzione della Sinistra Arcobaleno. Per dare una spinta decisa al processo di unità che partendo da quattro partiti raccoglie esigenze e aspettative della sinistra diffusa. Ma l’assemblea di lunedì si è trasformata in uno scontro frontale.
 Il nuovo soggetto politico che nasce dalla costola di Rifondazione comunista, Partito dei Comunisti italiani, Verdi e Sinistra democratica fa fatica a mettere insieme le forze disperse negli ultimi 15 anni dalla politica della coalizione della sinistra. L’unità sembra davvero lontana e le distanze ulteriormente dilatate dopo l’assemblea dei giorni scorsi. Nessuna novità o cambiamento netto di rotta, secondo i movimenti, che si aspettavano, come stabilito nel corso di due riunioni precedenti, un segnale nuovo, il coinvolgimento reale dei singoli e non delle sigle di partito per l’avvio del nuovo processo. «Era stato stabilito - spiega Massimo Mele, presidente del Mos-Borderline - che la gestione dell’assemblea fosse affidata a rappresentanti della società civile. Ma così non è stato, perché le segreterie deipartiti hanno preso il soppavvento e imposto la loro guida».
 Un’iniziativa che dentro la sala convegni della sede di vigili urbani ha avuto l’effetto di una bomba. Il dibattito si è acceso, spostando l’attenzione da programmi e candidature (comunque già decise e blindate dai nomi degli uscenti), verso la critica durissima della posizione di evidente rivendicazione della supremazia da parte dei 4 partiti anima dell’unità a sinistra. Ieri al circolo Borderline una riunione di autoconvocati per mettere insieme un documento da presentare al congresso constituente della Sinistra Arcobaleno in agenda per venerdì. Da qui partirà l’appello di gruppi, movimenti, base dei partiti, perché si dia corso, «realmente, all’avvio del nuovo soggetto».
 «Perché loro - aggiunge Massimo Mele - hanno indicato un processo che tale non è. Questo non mi sembra proprio un processo di fondazione, che invece richiede un lavoro condiviso ben più complesso. Si tratta di stabilire paletti e punti insindacabili e irrinunciabili, partendo dalla mancata attuazione in questi anni del programma dell’Ulivo». E Massimo Mele avverte, «o cambiano le cose o noi faremo campagna di astensione». (a.re.)