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Il caso. Il consigliere della Margherita aveva denunciato un'aggressione verbale in Comune
L'Arci e il Mos replicano a Sassu «È lui che ha offeso Mele e i gay»
Le associazioni: «Altro che scuse ufficiali ha fatto ironia sugli orientamenti sessuali»
Antonio Moro
La verità di Antonello Sassu è quella riferita durante l'ultima riunione del Consiglio comunale: «Sono stato aggredito verbalmente in un corridoio di Palazzo Ducale dal presidente del movimento omosessuale sardo - ha denunciato in Aula - perché sono contrario alle unioni civili». Le parole usate da Massimo Mele? «Sporco fascista ». Quindi la richiesta alla presidente del Consiglio, Monica Spanedda «perchè pretenda le scuse ufficiali da parte dell'associazione ». Poi la bagarre e la solidarietà a Sassu da parte del centrodestra e l'indifferenza della maggioranza. LA VERSIONEdel leader del Mos è un'altra. «Ho soltanto detto a Sassu - scrive Massimo Mele in una nota - che la sua visione della società, che non contempla gay e lesbiche, era omofobia». La risposta di Antonello Sassu? «Omofobo io, ma se ti ho addirittura toccato la mano». «Solo a quel punto - dichiara Mele - l'ho accusato apertamente di fascismo omofobico e di razzismo». Sulla vicenda che ha rischiato di mandare in tilt la maggioranza durante la riunione in Consiglio, e che divide le due anime dell'Unione cittadina, interviene anche l'Arci provinciale. «Sassu dimentica - scrive Franco Uda - che l'accusa di comportamenti fascisti da parte di Mele è stata conseguenza di una amena battuta che ridicolizzava gli orientamenti sessuali del presidente del Mos». Per l'Arci non ci sono dubbi «È il consigliere Antonello Sassu che deve le scuse per una evidente caduta di stile». La palla passa ora al tavolo della maggioranza sul quale Antonello Sassu farà rimbalzare la richiesta di «atti ufficiali da parte della presidente Spanedda, per difendere l'onore e il ruolo dei consiglieri comunali ». Difficile ipotizzare chi vincerà il braccio di ferro e ottenere così la richiesta di scuse. È certo che, visto il clima, le scuse non arriveranno mai, anche se Monica Spanedda dovesse inviare la missiva con la bolla di Palazzo Ducale al presidente del Mos. Così in Comune, le unioni civili, dividono
antonio.moro@epolis.sm
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