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Rassegna stampa

16-05-99, Sassari

Una ricerca svela le pressioni e le discriminazioni contro adolescenti omosessuali
Gay, lesbiche e violenza

Il Mos: «Sassari in testa alla classifica nazionale»

SASSARI. E stato presentato anche a Sassari il progetto di informazione e sensibilizzazione contro la violenza subita da adolescenti gay e lesbiche a causa del loro orientamento sessuale. L'isolamento e la discriminazione sono una delle possibili varianti della violenza subita per chi si trova, nel difficile periodo dell'adolescenza, a dover risolvere un conflitto riguardante l'orientamento sessuale non più ristretto nell'ambito dei rigidi modelli preposti di femminile e maschile. Al circolo Borderline di via Rockfeller i responsabili del MOS (Movimento omosessuale sardo) e responsabili nazionali dell'iniziativa Daphne «Chi sono quella ragazza, quel ragazzo-2» hanno analizzato i risultati ottenuti da questa ricerca nazionale finanziata e sostenuta dall'Unione Europea e realizzata dal gruppo Azione gay e lesbica di Firenze. L'ampiamento della ricerca ha visto la partecipazione in quest'ultimo anno anche di Sassari. «E venuto fuori quindi che a Sassari c'è una percentuale più alta di violenze o di percezione della violenza rispetto alle altre parti d'Italia», ha dichiarato il presidente del MOS sassarese Massimo Mele. «La percentuale di quelli che ritengono di aver subito violenze da noi è superiore al 30%. Nettamente superiore al lato nazionale. L'indagine è avvenuta attraverso il questionario distribuito tra quelli che frequentano il nostro circolo». _ Che tipo di violenza subiscono gli adolescenti gay o lesbiche locali? «Principalmente è risultato che questa violenza viene fatta generalmente da sconosciuti e subito dopo da elementi della famiglia. Le violenze da sconosciuti consistono spesso in maltrattamenti fisici mentre nell'ambiente familiare è più rilevante la pressione psicologica e l'obbligo-imposizione di cure psichiatriche. In tutti i casi è sempre presente la violenza verbale. Il problema principale è che non è riconosciuto come tale sia da chi la fa e delle volte anche da chi la subisce. E lo stesso problema che c'era tempo fa verso lo stupro. Tante volte dire di aver subito della violenza perché omosessuali porta a subire ulteriori violenze. Questo è ancora molto più vero per gli adolescenti gay e lesbiche che vivono una situazione di totale isolamento. Nonostante il nostro intervento sia stato richiesto più volte non siamo mai riusciti ad entrare nelle scuole per l'opposizione dei presidi e degli insegnanti». «Il fine ultimo della ricerca_ dice la responsabile nazionale del progetto Daphne, Graziella Bertozzo_ è quello di creare una rete europea che individui ed applichi delle strategie di difesa e prevenzione. La prima fase ha previsto la ricerca, l'acquisizione e l'analisi di dati relativi a queste situazioni di abuso e di violenza. E risultato che la violenza su gay e lesbiche adolescenti è un fenomeno assai diffuso ma poco considerato e poco visibile con un'alta percentuale di tentativi di suicidio (13%) tra i giovani. Il fenomeno aspettava solo di venir portato alla luce ed il questionario ha dato a molti l'occasione per parlare per la prima volta del proprio vissuto ed avviarsi verso una speranza di riscatto possibile».(r.sp.).