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Rassegna stampa

La Nuova 23-05-00, Sassari

«Persecuzione contro noi gay»
Il Mos parla di un accanimento contro il loro circolo

Ma i vicini di casa dicono: «E' che fanno troppo chiasso»

SASSARI. Ha davvero una valenza emblematica in termini di tolleranza il rischio di chiusura che il Borderline in questi giorni affronta? E' una domanda interessante se si considera che questo circolo costituisce gran parte della visibilità del Mos, il Movimento omosessuale sardo. Ci sono già state varie notifiche di chiusura da parte di Polizia municipale e Questura, oltre a una consistente sanzione. Lo rivela lo stesso movimento, che si lamenta per i controlli di polizia, carabinieri e vigili urbani, oltre che per i vicini intransigenti che più volte (anche tramite questo giornale) hanno protestato per il chiasso. Dicono i rappresentanti del Mos e il coordinamento del Borderline che all'origine di tutto non vi sarebbe soltanto il fastidio per eventuali inconvenienti («non dpendenti dalla nostra volontà»), ma proprio per «la nostra presenza». Il Circolo Borderline _ dicono _ apre solo il venerdì ed il sabato per un totale di nove ore settimanali: gli altri giorni sono dedicati al consultorio, al telefono amico, al centro di informazione e di prevenzione sull'Aids, alle iniziative artistico culturali ed alle riunioni: «Respingiamo, quindi, l'accusa di canti a squarciagola e di schiamazzi vari. Questo non vuol dire che non esista nessun tipo di rumore perchè qualunque posto di ritrovo ne produce». Secondo il Mos i veri problemi, anche per il condominio, consistono nell'intolleranza di estranei che si concreta anche nel lancio di «pietre contro la vetrata, spingendo il cassonetto contro la serranda, ci urlano insulti o, addirittura, ci aggrediscono all'uscita dal locale. E' forse colpa nostra se imbecilli e teppisti creano rumore e fastidio intorno alla nostra sede?». Per quanto riguarda le sanzioni amministrative, «Più volte abbiamo sostenuto l'esigenza di una regolamentazione del settore circolistico». questo non è avvenuto, dicono quelli del Mos, e «chiudere il Borderline significa anche porre fine ai servizi di assistenza per gay e lesbiche» «L'eccessiva insofferenza _ dicono _ contro gay e lesbiche e contro le esperienze alternative e non controllate e controllabili ci sembra una spia sufficiente della minore condivisione dei valori di rispetto e convivenza in cui affondano le radici democrazia e tolleranza». Ben diverso il discorso portato avanti dal gruppo dei cittadini che avevano protestato per i forti rumori provenienti dal Circolo del Mos, che respingono decisamente le accuse di intolleranza: «Non c'è nessun intento persecutorio e non ci interessa che il Borderline, a cui bisogna riconoscere di aver sempre organizzato delle attività culturali e sociali, vada via dal palazzo. Vogliamo solo che vengano rispettate anche da parte loro le normali regole di civiltà, convivenza e rispetto verso gli altri. Ben vengano _ dice una delle rappresentanti del gruppo di condomini che aveva inoltrato la precedente denuncia per i rumori molesti provenienti dal circolo _ queste loro belle iniziative ma devono cercare di risolvere il problema dei rumori provenienti sino a notte fonda dal loro circolo e che non derivano da queste loro iniziative. Il Comune forse dovrebbe concedere loro uno spazio più adeguato a queste loro attività e prestare maggior attenzione nei loro confronti». E gli episodi di intolleranza? «Varie volte, quando c'è stata la violazione gratuita dei loro diritti, siamo intervenuti in loro difesa anche nel caso dei teppisti che sono venuti ad infastidirli. I problemi del rumore, però, esiste anche nei giorni in cui il circolo non dovrebbe essere aperto, con la musica che si sente per tutto il palazzo sino a notte fonda» (r.s.)