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Sassari, 15 Ottobre 2008, La Nuova Sardegna

SASSARI. GAY E UNIONI CIVILI, LA BATTAGLIA RICOMINCIA

In commissione arriva la proposta firmata da Dario Satta (Rc). Carta No della minoranza al registro comunale: «Dobbiamo tutelare la famiglia»

SASSARI. Dario Satta parte con una premessa. Dice che estendere diritti e doveri non significa toglierli a chi già li ha, aggiunge che il concetto tradizionale di famiglia non sarà intaccato. L’esponente di Rifondazione Comunista prega poi di non caricare il voto di significati politici, ma di decidere secondo coscienza. Quella di Giancarlo Carta (An) dice che «la natura di una coppia è procreare, due uomini e due donne invece non portano il frutto», cioè i figli. Quella di Sandro Profili (Forza Italia) lo porta a fare pericolosi parallelismi tra omosessualità, pedofilia e incesto. Sussulti di battaglia sulle unioni civili, la guerra vera sarà in consiglio. (nella foto l´occupazione del consiglio comunale nel 2007)

È forse il tema più sdrucciolevole in discussione a Palazzo Ducale. Del registro delle unioni civili si parla da un pezzo. Già un anno fa i diritti delle coppie di fatto erano stati parcheggiati, quando di fronte al no compatto della minoranza, la maggioranza era stata abbandonata dalla sua anima più cattolica e conservatrice. Il Mos, movimento omosessuale sardo, aveva occupato l’aula del consiglio dopo una seduta fiume (7 ore di dibattito, 32 interventi) durante la quale era stato detto di tutto.

Il secondo tentativo di regolamentare le unioni civili è guidato da Dario Satta, primo firmatario di una proposta illustrata ieri in commissione Affari generali. Alla fine la votazione non c’è stata: all’unanimità, su suggerimento del presidente Alberto Galisai, si è deciso di discuterne direttamente in consiglio. Le posizioni, però, sono chiarissime. C’è un regolamento (scritto a quattro mani da Dario Satta e Vinicio Tedde dello Sdi), composto da quattro articoli. I punti salienti sono questi: il Comune riconosce come unioni civili, consentendone l’iscrizione nell’apposito registro, i rapporti tra persone maggiorenni di sesso diverso o dello stesso sesso; l’amministrazione si impegna a garantire l’accesso ai medesimi benefici e opportunità riconosciuti dall’ordinamento alle coppie sposate.

Di coppie eterosessuali che decidono di convivere, in commissione si parla poco o niente. Nonostante i tentativi di Satta, Paolo Bussu (Progetto Sardegna) e Dolores Lai (Ds), l’attenzione è focalizzata sulle coppie omosessuali. Carta ricorda «le offese subite un anno fa, quando fummo attaccati duramente da un gruppo di ragazzi solo perchè manifestammo le nostre posizioni». Le sue sono rimaste le stesse, «perchè per me esistono principi inderogabili e irrinunciabili. Il primo è la difesa della vita. Una coppia deve poter procreare, lo Stato deve promuovere la coppia come la natura l’ha creata, cioè formata da un uomo e una donna. Io non sono omofobo, rispetto la libertà dei sentimenti. Non ho pregiudizi verso il mondo omosessuale, ma non potrò mai essere favorevole a una pratica che legalizza l’unione tra persone dello stesso sesso. La mia paura è che, dopo questo passo, gli omosessuali chiedano di poter adottare un bambino. Ecco, secondo me, i bambini devono avere una famiglia tradizionale, cioè formata da un padre e da una madre». Anche Profili è favorevole alla libertà dei sentimenti. A patto però che «ognuno lo faccia a casa propria, tra le quattro mura». Secondo l’azzurro, è importante chiedersi sin dove va bene tutelare le minoranze. Già, perchè «adesso sono gli omosessuali, e se poi associazioni di pedofili e di incestuosi chiedessero di essere riconosciute?». Ancora: «La storia è piena di minoranze represse dalla maggioranza, oggi è difficile dire qualsiasi cosa, anche che si è contro la droga o contro i cinesi». La conclusione: «La fine del mondo arriverà quando gli omosessuali supereranno gli eterosessuali». Nello scenario dell’estinzione della specie, Profili dice «di non voler fare la fine del dinosauro». Bussu spiega che a Porto Torres, dove il registro è stato approvato, il mondo non è finito: «Non mi risulta che ci sia la fila all’ingresso del municipio». Antonio Cossu (Udc), punta invece sull’aspetto economico: «I figli lavorano e fanno girare il sistema delle pensioni. Se i figli non ci sono, chi contribuisce?». Dolores Lai scuote la testa. Pensa alle coppie eterosessuali sterili, capisce che smuovere le coscienze sarà dura.