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«Gay pride, ma Sassari è intollerante»
SASSARI. Strappati e pasticciati i manifesti della campagna contro l’omofobia. «La città si dimostra sempre più intollerante verso gli omosessuali». È la denuncia del presidente del Movimento omosessuale sardo a una settimana dall’avvio dell’iniziativa. «Il consiglio comunale tempo fa si era rifiutato di approvare un ordine del giorno contro l’omofobia - dice Massimo Mele - e la popolazione in questi giorni ha dimostrato di non essere da meno. In città dei manifesti non rimangono che alcune testimonianze, tra scritte zeppe di insulti, strappi o la completa distruzione». Il Mos ieri ha presentato il programma del Gay pride, che prevede appuntamenti sino a fine giugno.
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la Nuova Sardegna — 03 giugno 2008 pagina 20 cronaca di SASSARI
Danneggiati i manifesti del Mos Massimo Mele: «Città intollerante»
SASSARI. «Sassari si dimostra sempre più intollerante verso gli omosessuali. Il consiglio comunale tempo fa si è rifiutato di approvare un ordine del giorno contro l’omofobia, ma la popolazione non è certo da meno. Dei manifesti della campagna contro l’omofobia appesi una settimana fa in città non rimangono che alcune testimonianze, tra scritte zeppe di insulti, strappi o la completa distruzione come è avvenuto in via Turati». È la denuncia del Movimento omosessuale sardo, che ieri ha presentato il programma di «Pride 2000», che precederà la grande manifestazione del Gay Pride che si svolgerà il 28 giugno a Bologna. Anche in Sardegna, dopo anni di battaglie, qualcosa si muove. Dopo l’inclusione delle coppie e dei nuclei familiari gay e lesbici nel bando per l’assegnazione del contributo a fondo perduto per l’acquisto o la ristrutturazione della casa, arriva il regolamento per l’organizzazione e il funzionamento delle strutture sociali che per la prima volta in assoluto cita le problematiche legate all’orientamento sessuale e l’identità di genere tra quelle riconoscite per l’accesso alle case famiglia e centri antiviolenza. «Sembra poca cosa - aggiunge Massimo Mele, presidente del Mos - ma per noi è una vera rivoluzione dato che fino a oggi è sempre stato il Mos, in totale solitudine e nell’avversione delle strutture pubbliche cittadine, a farsi carico degli adolescenti maltrattati e buttati fuori di casa per via del loro orientamento sessuale. Adolescenti spesso ospitati nelle case dei soci o persino in B&B o alberghi». Il programma delle iniziative del Pride di Sassari, che gode del patrocinio dell’assessorato alla Cultura, prevede per giovedì 5 giugno alle 21, al teatro Ferroviario, la proiezione in anteprima della docufiction di Peter Marcias (sarà presente in teatro), “Ma la Spagna non era cattolica?”. Il video, reduce dai più importanti festival europei tra i quali la Berlinale, descrive le reazioni alla politica di Zapatero sui diritti civili in una Italia ancora dominata dall’omofobia e dall’intransigenza cattolica. Martedì 10 giugno, sempre al Ferroviario una doppia proiezione. Alle 19 “The Beirut apt”, un video realizzato a Beirut, durante la fine dei bombardamenti israeliani dello scorso anno. Sarà presente il regista Daniele Salaris. Alle 21 sarà la volta del pluripremiato “Improvvisamente l’inverno scorso” un’altra docufiction questa volta di Gustav Hofer e Luca Ragazzi. Mercoledì 18 giugno alla biblioteca comunale di Sassari un incontro dibattito organizzato dal Mos Donna “Le une e le altre: dal femminismo al lesbismo”. Partecipano Liana Borgi e Nera Milletti curatrici di una serie di volumi sul femminismo, il lesbismo e le teorie Queer. Introducono Ivana Pintadu del Mos e Monica Farnetti e Laura Fortini dell’università di Sassari. Giovedì 19 giugno al centro culturale Borderline proiezione di video a tematica lesbica: A cavallo tra i mondi. Percorsi di visibilità lesbica in Italia, di Cristina Capone (2008); e Futuro femminile. «Passioni e ragioni nelle voci del femminismo dal dopoguerra ad oggi» di Lorella Reale (2006) durata 60’. Introduce Lucia Cardone dell’Università di Sassari. Martedì 24 giugno, al Borderline un incontro su Aids: terapie e nuove scoperte.
La risposta del MOS del 6 Giugno 2008
Sassari intollerante e omofoba? No, il contrario
Leggendo l´articolo pubblicato dalla Nuova Sardegna in conseguenza di un nostro comunicato stampa e le considerazioni fatte da Manlio Brigaglia in proposito, che ringraziamo per l´apprezzamento espresso per la campagna contro l´omofobia, troviamo necessario fare alcune precisazioni.
Noi non consideriamo Sassari in alcun modo una città omofoba e intollerante, sarebbe come ammettere una sconfitta di un lavoro durato più di 16 anni che ha reso la nostra città un punto di riferimento importante per la comunità omosessuale in Sardegna. Già più volte in passato, come ad esempio in occasione della consegna delle 5000 firme a sostegno delle Unioni Civili al Sindaco di Sassari, sottolineammo come la città fosse molto più avanti della sua rappresentanza politica e che, a differenza del Consiglio comunale, la popolazione non aveva nessun problema a riconoscere le relazioni omosessuali. Cosa questa che constatiamo tutti i giorni nella nostra quotidianità e nel rispetto e nella partecipazione di larga parte della cittadinanza alle nostre iniziative. Detto questo smentisco nella maniera più totale quel titolo che attribuiva a me personalmente la frase di “Sassari città omofoba”, cosa che non penso assolutamente, considerati anche i numerosissimi consensi che la mia candidatura a Sindaco generò nel 2005.
L´amarezza espressa nel comunicato si riferiva piuttosto alle occasioni mancate di questa amministrazione che, con il suo rifiuto di condannare esplicitamente l´omofobia lo scorso anno e l´incapacità di approvare una mozione sul riconoscimento delle Unioni Civili, di fatto incentiva quei comportamenti discriminatori e, a volte, anche violenti, e non solo contro i manifesti, che registriamo in città da parte di balordi , politicizzati o no.
Sassari è la nostra città e per quanto le nostre denunce siano spesso verso comportamenti di intolleranza subiti in tanti anni di militanza, constatiamo come le attestazioni di solidarietà e di rispetto siano molto superiori a quelle di odio e discriminazione.
Anche noi abbiamo partecipato alla storia politica e culturale di Sassari e siamo ben coscienti di vivere in una città la cui vivibilità è notevolmente migliorata negli ultimi anni, a prescindere dalle amministrazioni che qui si sono succedute e da una rappresentanza politica non sempre all´altezza del suo compito.
Cogliamo anzi l´occasione per ringraziare quanti hanno espresso il loro sostegno e la loro vicinanza alle battaglie di libertà e per i diritti di cittadinanza che il MOS ha sempre portato avanti con orgoglio e con senso di responsabilità e attaccamento al territorio.
E per una volta speriamo di essere contraddetti/e da questo consiglio comunale che presto sarà chiamato, finalmente, a pronunciarsi sul registro delle Unioni Civili che, da anni, aspetta in un cassetto di Palazzo Ducale un´approvazione che in città è già una realtà di vita quotidiana.
Massimo Mele
Movimento Omosessuale sardo
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