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SABATO, 27 GENNAIO 2007
Unioni civili, pronto il registro L’ok del consiglio comunale
Il centrosinistra ha votato compatto Contrari Forza Italia e Per Cambiare

PINUCCIO SABA

PORTO TORRES. La città di Porto Torres si è dotata di un registro per le unioni civili. Lo ha deciso il consiglio comunale con il voto favorevole dell’intero centro sinistra e di quattro consiglieri dell’Udeur. Hanno votato contro Forza Italia e Per Cambiare, due gli astenuti.
 Un lungo applauso del pubblico presente in aula ha salutato l’esito del voto, peraltro apparso scontato sin dai primi interventi. Sul registro delle unioni civili è infatti nato un fronte trasversale, uno spechio delle posizioni espresse dai singoli partiti anche a livello nazionale. Si spiega così l’astensione di Ivan Cermelli, che ha proposto una posizione simile a quella del presidente di An Gianfranco Fini. E il voto favorevole di quattro consiglieri su cinque dell’Udeur, motivato da due interventi piuttosto articolati del capogruppo Tonino Tanda e di Antonio Chessa. Un sì al registro perché questo non ha niente a che fare con i pacs ma è il semplice riconoscimento di una situazione di fatto. «Dobbiamo affrontare un aspetto della vita civile che riguarda la libertà di coscienza - ha detto Antonio Chessa -, con una differenza fondamentale rispetto ai pacs e cioé che non si parla di famiglia. Se si parlasse di famiglia difenderei questa istituzione e voterei contro. Ma si parla d’altro. Anche la Chiesa, poi, ha mostrato piccoli segnali di apertura con le parole del cardinale Martini. Un cristiano deve ascoltare la Chiesa, ma poi è libero di fare secondo coscienza. Questo voto - ha concluso Chessa - ha certamente una valenza politica, ma soprattutto serve a recuperare certi valori sociali in questo momento un po’ appannati». Un voto, o un non voto, secondo coscienza, come l’astensione di Massimo Mulas a rimarcare il progetto dell’Udeur che in parlamento sta affrontando il dibattito sulle unioni di fatto con posizioni abbastanza vicine ai moderati del centro sinistra, ma distanti anni luce da quelle della sinistra radicale.
 Netta invece l’opposizione di Gian Franco Dessì (Forza Italia) e Gilda Usai (Per Cambiare) che hanno ribadito il valore fondamentale della famiglia nella società italiana, valore incardinato anche nella Carta Costituzionale. In più, ha sottolineato Dessì, il registro «non ha alcun valore legale ed è inutile votarlo».
 Un dibattito serrato ma dai toni pacati, seguito attentamente dal pubblico “delle grandi occasioni”, dove spiccava la presenza dell’esponente del Movimento omosessuale sardo Massimo Mele. Un dibattito caratterizzato da interventi di grande incisività, come quello della sardista Maria Loddoni, forte della lunga esperienza professionale (è avvocato), o del capogruppo dei Ds Pinuccio Vacca che ha parlato di «scelta di responsabilità, che non può fare distinzioni fra omosessuali o eterosessuali, unioni per le quali non possono esistere norme diverse».
 Soddisfatto per la scelta del consiglio comunale, e per l’andamento del dibattito, il sindaco Luciano Mura. «È stata una scelta di civiltà, di un segnale politico forte che riconosce situazioni di fatto. Una scelta - prosegue il sindaco - che conferma la grande civiltà di una città di grande acoglienza, che affronta i problemi con grande apertura mentale e che ribadisce i valori della convivenza civile. Certo, il registro non ha grandi risvolti normativi, ma il Comune terrà conto di questa votazione nell’erogazione prestazioni a carattere sociali. Ma ripeto, questo voto soprattuto estende i diritti civili a tutti i cittadini».