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25-11-06, pag. 24, Sassari
Registro unioni civili, infuria la battaglia SASSARI. Le prese di posizione contro l’istituzione del Registro delle UnioniCivili hanno messo in risalto la confusione che regna sull’argomento e l’esigenza sempre più pressante di un chiarimento che fornisca ai cittadini gli strumenti per capire il significato della proposta. Un registro delle Unionicivili ha valenza comunale e non entra nel merito del diritto di famiglia, regolato e tutelato dal codice civile e da una legislazione nazionale. Il riconoscimento delle UnioniCivili nulla toglie alla famiglia basata sul matrimonio, riconoscendo invece l’esistenza di centinaia di migliaia di nuclei familiari, con o senza figli, basati sulla convivenza Il Mos (movimento omosessuale sardo) sta facendo grande attività di sensibilizzazione ed è il «motore» del Comitato promotore a sostegno dell’istituzione del Registro delle UnioniCivili che ha già raccolto migliaia di firme. «L’approvazione del Registro avrebbe il merito di riconoscere piena cittadinanza a tutte le persone, a prescindere dall’orientamento sessuale e dalla forma di unione scelta. Sarebbero invece limitate le conseguenze sul piano amministrativo, poiché le competenze comunali riguardano unicamente l’assistenza sociale: case popolari, assegni familiari, asili nido e altro - hanno spiegato dal Mos -. Tutti servizi già riconosciuti anche alle coppie di fatto sia dall’introduzione del concetto di famiglia anagrafica (1989), sia dalle modifiche ai regolamenti comunali, come nel caso del regolamento per l’assegnazione degli alloggi popolari modificato nel 1993. «Noi consideriamo la famiglia come un insieme di relazioni, sentimenti e compartecipazione allo sviluppo della persona e alla crescita sociale, cellula fondamentale e centro propulsore della società - hanno continuato gli attivisti del Mos -. La strumentale confusione contro il Registro non nasconde però la reale motivazione di chi è contrario che è quella del riconoscimento dell’affettività omosessuale con conseguente riconoscimento di piena cittadinanza alle persone gay e lesbiche. Su questo punto crediamo sia impossibile una mediazione o un confronto con chi considera gli omosessuali persone non normali o cittadini di serie B, a cui non devono essere neppure riconosciuti elementari diritti di cittadinanza come il diritto all’affettività e a una vita in comune. Rifiutiamo il livello mistico religioso della contrapposizione tra la “famiglia naturale” e gli altri tipi di unione, poiché il riconoscimento di diritti oggi inesistenti non minaccia in alcun modo diritti già acquisiti, ma amplia le possibilità e le tutele per tutti quei cittadini e cittadine oggi non riconosciuti e tutelati da uno Stato laico e democratico. Riconoscere le UnioniCivili significa semplicemente riconoscere il diritto di persone adulte a indicare pubblicamente il partner prioritario della loro vita, quello cioè autorizzato ad andarli a trovare in carcere o in ospedale, a subentrare nel contratto d’affitto o ricevere la sua pensione in caso di morte e così via. Perché questo diritto dovrebbe essere negato? È forse per questo che in tutta Europa, con eccezione di Italia e Irlanda - hanno concluso dal Mos - le Unionicivili etero e omosessuali sono già da tempo riconosciute e sostenute anche da partiti cattolici e conservatori». Il Comitato promotore del Registro Unionicivili è costituito da: Agedo, Arci regionale, Ass. Girovagando, Associazione Italia-Cuba, circ. culturale Borderline, Ass. per il Rinnovamento della sinistra, Ass. Noi donne, Auser, Centro amico, Circolo Progetto progressista, Cgil, Collettivo studentesco, collettivo femminista Andala, Coop. Equo mondo, Coop. Theatre en vol, Ds Sassari, Fontamara, Irs, La Rosa nel pugno, Libreria Odradek, Movimento Omosessuale Sardo, Pdci, Progetto Sardegna, Rifondazione Comunista SS, Spazi infiniti (testata giornalistica), U.d.s., Verdi. Per Info e adesioni: unionicivili@yahoo.it
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