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18-11-06, pag. 24, Sassari

Confronto serrato su Pacs, famiglia, unioni civili e discriminazioni

«Riconoscimento alle coppie di fatto»

 

Marco Deligia

  SASSARI. La rivendicazione di un pieno diritto di cittadinanza e del riconoscimento delle coppie di fatto, con il superamento di discriminazioni; sull’altro fronte, l’affermazione del matrimonio come unica strada verso i valori della famiglia. Ci sono evidenti contrasti al centro del dibattito politico nazionale. Del tema dei diritti delle coppie di fatto, del registro delle unionicivili o dei Pacs (Patti civili di solidarietà) e di famiglia tradizionale si è discusso in un convegno organizzato nell’àmbito della Settimana del volontariato.  Ettore Ciano, dell’Agedo (Associazione dei genitori di omosessuali), ha manifestato preoccupazione per il disagio sociale che tarpa le ali a giovani che manifestano la propria omosessualità di fronte alle barriere di pregiudizi. «Ci aspettiamo molto - ha aggiunto - da uno Stato che invece sembra far finta di niente o ondeggiare a causa di pressioni di gruppi di potere che vogliono ad ogni costo imporre la loro idea di famiglia». Silvia Pilia ha illustrato l’attività del locale comitato promotore del registro delle unionicivili, che vede adesioni eterogenee, dall’Arci alla Rosa nel Pugno, dalla Cgil a Progetto Sardegna. «Anime diverse che hanno deciso - ha osservato - di esprimere unitariamente una volontà all’insegna dell’eguaglianza tra cittadini». A parere di Massimo Mele, coordinatore del Mos (Movimento omosessuale sardo), la discussione è arenata sul concetto di famiglia. «La famiglia tradizionale è qualcosa di consolidato ma non ha niente a che vedere con il riconoscimento di diritti che chiediamo e che invece in Italia non esistono - ha affermato Mele -. Si chiede semplicemente una legge che stabilisca diritti e doveri in riferimento all’intensità del rapporto che possono vivere coppie omosessuali o eterosessuali. Si tratta, secondo noi, di spogliare il discorso dall’aspetto religioso e di permettere a una persona di indicare il suo partner prioritario. Si rivendica il diritto di avere un partner nella vita e di amare».  Antonello Macciocu, esponente del Forum delle famiglie, ha invece ribadito la fondamentale esigenza di elevare a irrinunciabile riferimento i valori della famiglia, sanciti dalla Costituzione. «Da qui discendono diritti e doveri della coppia. Dai principi costituzionali - ha considerato Macciocu -, emerge il dovere dei genitori di educare e istruire i figli, nati anche al di fuori del matrimonio. Perché si vuole aprire la strada al riconoscimento delle coppie di fatto che sono libere da vincoli, sia civili che religiosi? Tutti possono convivere ma non si può parlare solo di diritti. Detto questo, ci troviamo comunque d’accordo sulla necessità di sconfiggere discriminazioni che ledono gli omosessuali. Ma sotto l’aspetto della coppia, crediamo che già il Diritto privato contempli le unioni civili».  La professoressa Francesca Dettori ha denunciato quella che ha valutato come l’imposizione di un modello unico, rapportato alla famiglia. «La storia dell’uomo non ha prodotto questo modello unico. Riconoscendo questo, possiamo rompere il silenzio e siamo in grado di accettare le diversità. Il modello unico crea discriminazione, incompatibile con i diritti d cittadinanza. Le coppie di fatto vengono spesso percepite come una minaccia all’identità familiare. Bisogna sottrarre la tematica a scontri e divisioni ideologiche. Intanto registriamo un ritardo della politica». Sull’obiettivo di evitare contrapposizioni e confusioni si è soffermato anche Massimo Pintus, vicepresidente della Consulta del volontariato sassarese.