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08-12-06, pag. 30, Sassari

Sull’istituzione del registro delle Unioni civili la giunta di centrosinistra è troppo tiepida

Da circa un anno numerosi cittadini propongono (tramite raccolta firme, e sono migliaia) all’amministrazione comunale, l’istituzione del registro delle Unionicivili. Ci si dovrebbe aspettare dalla giunta di centro sinistra maggiore sensibilità a trattare simili argomenti, e invece, assistiamo a un’impasse non comprensibile se non con le solite logiche rinconducibili a una genuflessione trasversale. Nel rispetto assoluto delle opinioni altrui, vorrei riportare il passaggio sui nuovi diritti contenuto nel programma del governo Prodi, accettato e sottoscritto da tutti i partiti della maggioranza di governo. «Nuovi diritti: l’Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di un’unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale. Va considerato piuttosto, quale criterio qualificante, il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali e di solidarietà), la loro stabilità e volontarietà». Questa lettera vuole essere strumento di ragionamento e sollecitazione al riconoscimento di diritti di individui e persone che desiderano convivere fuori dal matrimonio in un quadro di maggiori certezze normative. Oggi accanto alle famiglie scaturite dal matrimonio religioso e/o civile, ci sono famiglie ricostituite (nate dal fondersi di famiglie precedentemente sciolte), altre dove è presente solo un adulto e dei minori (divisioni legali, divorzi, morte del coniuge), nuclei formati da soggetti che condividono lo stesso appartamento per suddividere le spese (anziani la cui pensione è ragionevolmente vergognosa per un paese civile), formazioni nate per esigenze di mutua assistenza. Sempre più persone decidono di costruire un rapporto d’amore e di reciproca solidarietà non utilizzando, o non potendo accedervi, l’istituto matrimoniale. Non si tratta di modificare l’istituto del matrimonio (del quale ho rispetto e condivisione) né di indebolire il concetto di famiglia tradizionale, ma di promuovere una legislazione nuova che possa recepire queste richieste sociali di unioni eterosessuali e omosessuali. Il mondo cambia, il compito della politica è quella di interpretarlo e trasformare le nuove esigenze in normative che assicurino a tutti i cittadini la certezza di una vita dignitosa nel pieno riconoscimento dei diritti contenuti nella Costituzione repubblicana.

Marco Ussi Azione radicale