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Lettera aperta del MOS a mons. Paolo Atzei, Vescovo di Sassari
27 Maggio 2009

Gentilissimo mons. Paolo Mario Virgilio Atzei,

le scriviamo in merito alla manifestazione prevista per sabato 30 Maggio nella nostra città.
Manifestazione contro la violenza e l'odio sociale e di condanna dell'omofobia, del razzismo e di tutte le discriminazioni.
Negli scorsi mesi lanciammo l'allarme omofobia relativo all'altissimo numero di aggressioni, stupri e persino fucilate a danno di persone omosessuali nei primi mesi del 2009 in Sardegna. Violenza che crediamo anche la Chiesa condanni, come qualsiasi forma di discriminazione e razzismo.
Siamo a conoscenza della posizione della Chiesa sull'omosessualità, posizione che esprime una condanna dell'atto sessuale in quanto non finalizzato alla procreazione. Non entriamo nel merito di questo ma abbiamo sempre pensato che anche Voi giudicaste sbagliato e da condannare qualsiasi forma di discriminazione, anche violenta, verso chiunque.
Purtroppo però non tutti all'interno della Chiesa Cattolica di Sassari la pensano così. Una delle vostre organizzazioni, da Lei riconosciuta il 28 Giugno del 2008, paradossalmente nella giornata mondiale dell'orgoglio gay, ed affidata alla guida spirituale di don Desole della Chiesa del Rosario, Gioventù Cristiana, ha dato vita ad una forte protesta contro il MOS e la manifestazione antirazzista Liberi Tutti Libere Tutte, usando una terminologia ed una modalità di cui le chiediamo spiegazioni.
Dopo una breve ricerca sul web, abbiamo scoperto che alcuni aderenti/simpatizzanti dell'organizzazione sono in qualche modo collegati a siti di ispirazione neofascista e inneggianti alla Repubblica di salò (come Giorgio Cataldo legato al sito http://www.almanacco.altervista.org/) così come i loro post e messaggi sono intrisi d'odio, violenza, omofobia e persino inneggianti all'aggressione fisica.
Le riporto alcuni passaggi: “Gioventù Cristiana si oppone sdegnato alla grave decisione di concedere al Movimento Omosessuale Sardo l’autorizzazione per manifestare a Sassari in favore della pratica omosessuale”. Dove si confonde la lotta al razzismo con la “pratica omosessuale”. Emanuele Baiocchi scrive: “Se verrà autorizzata [la manifestazione di sabato n.d.r.] mi recherò a Sassari per impedire anche a costo della mia incolumità che possa svolgersi.” E ancora:”E proprio nel vero senso della parola uno schifo…bisogna diffendere con le unghie e con i denti i veri valori,non quelli che nascono nelle persone affete da problemi ormonali dalla nascita..che diritti e libertà vogliono??” (18 Maggio 2009)*. E così via fra insulti e minacce di attacco fisico alla manifestazione.
Esulando poi da quelli che crediamo siano i compiti di un'organizzazione religiosa, Gioventù Cristiana propone, il 20 Maggio, un'azione di disobbedienza alle leggi dello Stato con una minaccia formale alla stampa sarda: “Invitiamo tutti i cattolici a strappare le locandine del Movimento Omosessuale Sardo laddove non sono appese negli spazi appositi. Pertanto comunichiamo che se i giornali non pubblicheranno il Comunicato Stampa da noi inviato, procederemo all’invio di centinaia di mail nelle loro redazioni. Non capiamo cosa intendano loro per democrazia, ma di sicuro non taceremo davanti a questa carnevalata blasfema.”
Siamo convinti che Lei sarà d'accordo con noi nel ritenere che ci siano dei limiti al confronto e anche allo “scontro” di posizioni politico/religiose e che tutto debba rimanere sempre all'interno di un rapporto dialettico e civile. Incitare all'aggressione è, a nostro avviso, quanto di meno cristiano possa esistere.
I rapporti fra Chiesa e omosessualità non sono mai stati felici ma, almeno da parte nostra, la critica si è sempre fermata agli sconfinamenti politici del Vaticano e dei suoi esponenti quando confondono il piano laico del diritto positivo e quello religioso della fede. Ovvero quando si tenta di trasformare il peccato in delitto, il precetto dottrinale in norma, la legge divina in diritto positivo, l'etica religiosa in etica pubblica, con la conseguenza di imporre ai cittadini comportamenti e obblighi non condivisi.
Nella nostra ignoranza abbiamo sempre pensato che Dio ha concesso agli uomini il libero arbitrio perché potessero assumersi appieno le responsabilità delle loro azioni che Lui, e solo Lui, giudicherà arrivata la fine.
Noi crediamo che Lei sia una persona dotata di grande intelligenza e che sappia distinguere il vero male da comportamenti che è legittimo poter non condividere ma che vanno comunque e sempre rispettati nell'ambito di una civile convivenza fra soggetti diversi per orientamento politico, religioso e anche sessuale.

Le abbiamo scritto questa lettera aperta nella speranza che Lei possa esprimere, a nome della Curia sassarese, una presa di distanza da tutta questa violenza dialettica e da propositi aggressivi e fortemente discriminatori.

Tutta la nostra associazione si rende disponibile ad incontrarLa in qualsiasi momento per un proficuo confronto sulla realtà che gay e lesbiche vivono oggi in Sardegna e a Sassari.

Nella speranza di ricevere presto una sua risposta le porgiamo i nostri più cari saluti

Per il Movimento Omosessuale Sardo
Massimo Mele

* Comunicati e messaggi copiati dal sito www.gioventucristiana.org
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