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«PESTATO A SANGUE PERCHé OMOSESSUALE» VILLACIDRO. Pestato a sangue perché omosessuale: un cuoco di 30 anni è finito al pronto soccorso dopo un’aggressione da parte di tre sconosciuti. Un fatto che risale alla fine della scorsa settimana: Roberto Collu, chef con varie esperienze di lavoro in Italia e all’estero, stava tornando a casa in via Nazionale a Villacidro, alle due e mezzo di notte, dopo essere uscito con gli amici da un locale in via Gennaro Murgia. In via Repubblica, all’altezza di via Ciusa, Collu è stato improvvisamente aggredito. Qualcuno gli ha tirato un fortissimo calcio nella schiena che lo ha mandato a terra. Il giovane cuoco ha battuto la testa e ha subìto un violento trauma cranico. Ancora in sé, ma incapace di rialzarsi Roberto Collu si è trovato circondato da tre persone incappucciate, tutte giovani, presumibilmente sotto i 25 anni, che hanno iniziato a prenderlo a calci e a insultarlo con palesi riferimenti alla sua omosessualità. La strada in quel momento era deserta e i tre delinquenti hanno potuto agire indisturbati lasciando la vittima a terra, stordita e insanguinata. Alla fine del pestaggio i tre sconosciuti sono fuggiti verso via Ciusa dileguandosi senza lasciare traccia. Con le poche forze rimaste Roberto Collu è riuscito a trascinarsi verso un locale ancora aperto in via Nazionale dove ha ricevuto il primo soccorso. È stato accompagnato alla guardia medica dove gli è stato diagnosticato un trauma cranico, più altre ferite in tutto il corpo. Il ragazzo ha trovato il coraggio di sporgere denuncia ai carabinieri solo martedì mattina, e poi ha deciso di rendere pubblico il drammatico episodio: «È stata senza dubbio un’azione premeditata - racconta lo stesso Collu - che dimostra il livello di odio che si genera nei confronti di chi è diverso». L’omofobia è stata la causa scatenante di un atto criminoso che mette in allarme tutta la comunità villacidrese. «Non ho mai fatto mistero delle mie inclinazioni sessuali - prosegue Roberto Collu - ma ciò non giustifica la violenza a cui sono stato sottoposto. Le persone che mi hanno aggredito sicuramente mi conoscono bene e forse erano addirittura nello stesso locale in cui stavo trascorrendo la serata». |