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Pubblici attacchi e privati compiacimenti. La strana storia di Gioventù Cristiana

In questa pagina pubblichiamo tutto il materiale relativo alla delirante polemica scaturita da un comunicato di Gioventù Cristiana, un gruppo sassarese di integralisti cattolici, recentemente riconosciuto dalla Curia (se non ricordo male proprio il 28 Giugno, giorno dell'orgoglio gay e lesbico!!). Tale gruppo, che utilizza come logo il proprio nome scritto in caratteri gotici e annovera al suo interno elementi che scrivono e partecipano ad esperienze internet di chiara ispirazione neofascista, utilizza l'attacco personale e il linciaggio virtuale (forse in attesa dell'approvazione della lapidazione ...!) come pratica politica quotidiana. Il sito dell'associazione (che "stranamente" ha l'arcobaleno nello sfondo!) è infatti pieno di insulti a militanti gay e giornalisti rei di non pubblicare le loro farneticazioni. Un gruppo che inneggia alla violenza fisica, come nel caso della scorsa manifestazione contro l'omofobia, o comunque alla militanza attiva contro quelli che definiscono "nemici" con un linguaggio militaresco. Il loro leader Pietro Serra, poco più che ventenne, lineamenti delicati come le sue movenze e voce "lasciva" con una tonalità più alta delle "naturali" voci maschili, impazza sui siti gay: gay.it, queerblog.it, gay.tv, notiziegay,it ecc. Siti di informazione ma che non disdegnano la pubblicazione di nudità maschili e scene di erotismo gay. Così come annovera molteplici amicizie gay nei suoi vari profili su FaceBook dove è presente persino un suo fanclub da lui stesso realizzato. Ci chiediamo come sia possibile che un'associazione "religiosa", sostenuta dalla curia cittadina, con sede nella Chiesa del Rosario, possa avere fra i suoi intenti principali quello di attaccare i gay in pubblico e flirtarci in privato. Semplice tentativo di salvezza di anime dannate? Ma perchè allora passare così tante ore al computer per parlare con amici gay delle tematiche più disparate? Ognuno è libero di vivere la sua sessualità come meglio crede ma nessuno può essere giustiificato quando scarica le sue personali frustrazioni su chi vive liberamente la sua omosessualità. Forse sarebbe il caso che l'intervento del Vescovo venisse indirizzato nel controllo di queste "strane" emanazioni di una Chiesa sempre più allo sbando.
Massimo Mele