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Sassari, 25/01/2007 Comunicato stampa Oggetto: sull’approvazione del registro comunale sulle Unioni Civili di Porto Torres Il Movimento Omosessuale Sardo esprime tutta la sua soddisfazione e contentezza per l’approvazione del registro delle Unioni Civili per coppie etero ed omosessuali nel comune di Porto Torres. Dopo il comune di Atzara, che ha approvato un registro simile nel Gennaio del 2006, Porto Torres sarà il secondo comune sardo ad aprire a tutte le unioni civili, dimostrando una particolare attenzione per i diritti di quelle migliaia di cittadini, etero ed omosessuali, oggi non riconosciuti dalla legislazione italiana nelle loro legittime scelte di vita. Dopo alcune ore di civile confronto politico, lontanissimo dagli isterismi della politica nazionale, il Consiglio Comunale turritano ha infatti approvato la delibera a larghissima maggioranza, con due soli voti contrari, Forza Italia, e una astensione, AN, dimostrando così un’elevata sensibilità politica e sociale e, finalmente, il desiderio di svolgere il loro compito primario, ossia rappresentare la volontà del popolo che rappresenta riconoscendo a tutti i cittadini pari dignità e pari diritti. Porto Torres segna una nuova inversione di tendenza rispetto al ritorno al passato ed alla presa in giro del comune di Padova, preludio del vergognoso accordo che si prospetta nel Governo nazionale, che, sfacciatamente, spacciò una mozione che ricordava l’esistenza della legge sulla famiglia anagrafica come un passo avanti innovativo verso il riconoscimento dei diritti delle coppie conviventi. In realtà, tale mozione, non cambiava assolutamente nulla nel rapporto con i cittadini, ma indicava loro la possibilità di utilizzare una legge degli anni ’50, modificata dalla DC nel 1989 che permette a chiunque conviva sotto lo stesso tetto, compresi i parenti, di formare una famiglia anagrafica, a prescindere dal tipo di rapporto esistente tra loro. E’ questa la stessa misera conclusione a cui sembra sia arrivato il Governo nazionale che, pur di non riconoscere le Unioni fra persone dello stesso sesso, ha inserito nello stesso disegno tutti i tipi di convivenze, snaturando di fatto il significato stesso di Unione Civile o coppia di fatto. Con l’approvazione del registro di Porto Torres si ritorna a parlare di legami affettivi o anche solidaristica, esclusi quelli parentali, già codificati dalla legislazione nazionale, con un riconoscimento pubblicistico dell’unione in sè e non semplicemente dei diritti individuali in forma privatistica. Finalmente anche nella nostra provincia una giunta di centro sinistra apre alle rivendicazioni di migliaia di coppie etero ed omosessuali oggi non riconosciute dalla legislazione nazionale e, soprattutto, riconosce pari dignità ai cittadini ed alle cittadine omosessuali. L’approvazione di ieri acquista ancora più valore se rapportata alla discussione nazionale, sia per la strada scelta, ossia il riconoscimento pubblico delle Unioni o coppie, sia perché sostenuta anche da esponenti di quei partiti che a livello nazionale hanno espresso forti dubbi più in vista di un’eventuale contropartita che per un reale convincimento. Inoltre, il riconoscimento di pari dignità ai cittadini ed alle cittadine omosessuali a ridosso del Giorno della memoria, in ricordo delle vittime, tra cui anche migliaia di omosessuali, dei campi di sterminio nazisti, fa di Porto Torres la città guida nella lotta contro l’omofobia e l’odio razziale. Nell’euforia per questo grande passo del comune di Porto Torres dobbiamo però sottolineare la situazione della città capoluogo di provincia, retta anch’essa da una giunta di centro sinistra, almeno sulla carta, che da un anno discute del registro senza nessuna prospettiva di approvazione. A Sassari infatti un Sindaco “Pilato”, dopo aver promesso nel Marzo 2006 una rapida approvazione del registro, non solo ha nicchiato fino ad oggi, ma addirittura ha preferito evitare la discussione demandando il tutto ad una futura legge nazionale. A fargli compagnia numerosi esponenti cattolici della maggioranza e dell’opposizione che, per problemi di coscienza o di moralità religiosa, hanno già dichiarato la loro contrarietà al provvedimento con motivazioni piuttosto schizofreniche. Ma a scorrere l’elenco dei consiglieri contrari ci sembra di scorgere ben poca moralità. Tra criminali condannati al carcere e fuori solo grazie all’indulto, conviventi, separati e alcuni dalla condotta sessuale non troppo limpida, viene da chiedersi: è possibile accettare lezioni di morale da chi ha comportamenti oggettivamente immorali?
Movimento Omosessuale Sardo
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