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Unione Sarda domenica 30 Marzo 2009

Sassari. Il Movimento omosessuale sardo chiede l'intervento delle istituzioni
Il Mos accusa: «Clima omofobo»

Domenica 29 marzo 2009
L 'ondata di omofobia che si è sollevata in questi giorni in Sardegna ha messo sul piede di guerra il Movimento omosessuale sardo.
Per arginare la caccia ai gay, il presidente del Mos, Massimo Mele, chiede l'intervento deciso delle istituzioni, con l'approvazione da parte di tutte le amministrazioni pubbliche sarde di un documento che condanni senza mezzi termini l'omofobia, e che «riconosca per gay, lesbiche e trans il diritto di vivere liberamente la propria omosessualità», spiega Mele.
Un segnale inequivocabile da lanciare il 17 maggio in occasione della giornata mondiale contro l'omofobia, per far sì che le aggressioni ai gay a Villacidro e a Siniscola, le fucilate contro gli omosessuali alla spiaggia di Platamona, le minacce a Sassari, non cadano nel dimenticatoio, ma siano condannate, oltre che dalla giustizia, anche dalla società civile.
«Raramente le amministrazioni pubbliche, di qualsiasi colore, si sono impegnate per combattere l'omofobia o almeno per sostenere le associazioni che offrono servizi alle persone gay e lesbiche», continua il leader del Mos. E servizi il Movimento cerca di metterne a disposizione parecchi. A partire dal Consultorio per la salute delle persone omosessuali, una sorta di telefono amico, cui possono rivolgersi le persone che hanno bisogno di sostegno morale. All'altro capo del telefono risponde sempre un operatore formato, in grado di raccogliere lo sfogo di coloro che chiamano, e di dare consigli. È in questo modo che il Mos ha messo insieme una lunga serie di denunce su soprusi e atti di violenza contro persone omosessuali, e ha poi diffuso un vero e proprio dossier, reso pubblico due giorni fa. Il personale che lavora al consultorio, lo fa gratis: sono volontari. «Non possiamo contare su contributi pubblici», spiega Mele. «Gli unici finanziamenti che ci sono arrivati in questi anni per sostenere la nostra attività sociale, li ha concessi il Comune di Sassari con la Giunta Campus, un'amministrazione di centrodestra.
L'attuale Giunta di centrosinistra ci rilascia contributi solo per attività culturali». Fra il Mos e Palazzo Ducale non corre buon sangue negli ultimi anni, come ricorda Mele: «Come a Nuoro e a Quartu, amministrazioni guidate dal centro sinistra, anche a Sassari il Consiglio ha bocciato il registro delle Unioni civili, strumento di cui si sono dotati invece i Comuni di Atzara e Porto Torres». Ma a Sassari è andata anche peggio: «Palazzo Ducale ha condannato il Movimento omosessuale sardo per aver protestato in Consiglio comunale contro la bocciatura del registro, e congelato la mozione contro l'omofobia, ferma da più di un anno in commissione».
VINCENZO GAROFALO