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Unione Sarda sabato 28 Marzo 2009

Prima Pagina
Mentre a Siniscola un giovane omosessuale denuncia: mi hanno violentato
A Platamona caccia ai gay a colpi di fucile
Sabato 28 marzo 2009
A ntonello Depalmas è vivo per miracolo: solo per caso il proiettile esploso con una fucilata non lo ha colpito alla testa. Una domenica di gennaio, mentre si allontanava in auto dal terzo pettine di Platamona, Depalmas è diventato il bersaglio mobile di un cecchino. Bersaglio per un solo motivo, è omosessuale. Le fucilate hanno colpito già quattro volte, sempre omosessuali. A Siniscola un giovane ha denunciato d'essere stato violentato da un gruppo di persone. Episodi passati finora sotto silenzio.


Cronaca Regionale
Sulla spiaggia è caccia agli omosessuali
Platamona: fucilate contro i gay. Cinque episodi in tre mesi
Sabato 28 marzo 2009
Antonello Depalmas è vivo per miracolo: solo per caso il proiettile esploso con una fucilata non lo ha colpito alla testa.
Vedi le foto «Ho sentito uno sparo e il lunotto posteriore è andato in frantumi. Ho premuto sull'acceleratore e mi sono fermato solo dopo centro metri. Qualcuno aveva sparato da dietro le dune». Antonello Depalmas è vivo per miracolo: solo per caso il proiettile esploso con una fucilata non lo ha colpito alla testa. Una domenica di gennaio, mentre si allontanava in auto dal terzo pettine di Platamona, è diventato il bersaglio mobile di un cecchino nascosto fra le dune, dietro la spiaggia. Bersaglio per un solo motivo, è omosessuale. Al terzo pettine, prima di centrare l'auto di Antonello Depalmas, le fucilate hanno colpito già quattro volte, sempre omosessuali. Attentati passati finora sotto silenzio. Seduto fra un cuscino leopardato e uno zebrato, sul divanetto beige che arreda il suo salone da parrucchiere, Antonello Depalmas racconta senza riluttanza quel pomeriggio da incubo. «Avevo passato il pomeriggio con degli amici. All'imbrunire siamo andati via, mi sono seduto in auto e dopo pochi metri ho sentito lo sparo». Ha capito al volo: qualche giorno prima altri amici omosessuali erano stati presi a fucilate. Un ragazzo di Oristano si era trovato due fori sulla fiancata dell'auto. Un altro, sempre di Oristano, dopo una passeggiata in spiaggia aveva ritrovato la sua macchina con le gomme squarciate. Altri ragazzi si sono fatti il segno della croce scoprendo le proprie auto sforacchiate da proiettili. «Al terzo pettine c'è qualcuno che non gradisce la presenza dei gay», spiega il parrucchiere. 45 anni, sassarese, fisico minuto, Antonello Depalmas non ha avuto paura di denunciare tutto alla polizia. Il giorno dopo essere finito nel mirino di un tiratore scelto è andato in questura e ha firmato la sua denuncia. Altre denunce le fa Massimo Mele, leader del Movimento omosessuale sardo. Secondo le testimonianze raccolte dal Mos, al terzo pettine gli omosessuali non si beccano solo le fucilate, ma anche le botte. «Qualche settimana fa un ragazzo è stato raggiunto in spiaggia da tre o quattro persone e pestato a sangue». Altri episodi si sono verificati in città: «Due ragazzi sono stati aggrediti di notte in corso Angioy, da uno sconosciuto che prima ha cercato di rovesciare la loro auto, poi li ha minacciati con un coltello».
VINCENZO GAROFALO


Cronaca Regionale
Siniscola Il secondo episodio in 4 anni
Violentato dal branco: indagine dei carabinieri
Sabato 28 marzo 2009
I nseguito dal branco per le vie di Siniscola; raggiunto, umiliato, spogliato, picchiato a sangue e costretto a subire un tentativo di stupro.
La vittima è un uomo di 30 anni, di Siniscola, perseguitato e massacrato perché è gay. Dopo le botte lo hanno abbandonato sanguinante per strada: lui è rimasto immobile, e quando è riuscito a vincere il terrore, è andato al pronto soccorso. Poi si è chiuso in casa.
Per un mese il suo unico contatto con il mondo è stato internet. Attraverso la rete ha avuto il coraggio di contattare il Mos e raccontare il suo dramma. Una tragedia personale che l'uomo aveva già vissuto cinque anni fa, nel silenzio più totale. Sempre in paese, era stato avvicinato da un gruppo di cinque ragazzi: lo avevano insultato, pestato e stuprato.
Quella volta lui non aveva aperto bocca, con nessuno. Aveva reagito abbandonando Siniscola: si era trasferito prima a Sassari, poi aveva cercato fortuna nella Penisola. In Baronia ci era tornato da pochi mesi, sperando che le sofferenze del passato rimanessero solo un brutto ricordo con cui convivere. E invece in paese il branco che lo aveva aggredito cinque anni prima, lo aspettava.
Poco più di un mese fa lo hanno accerchiato in quattro: il copione era già scritto e ripercorreva gli attimi di terrore vissuti nel 2004. Insulti, spintoni, calci, pugni. E umiliazioni.
Lo hanno spogliato e hanno cercato di stuprarlo, ancora una volta. Dopo l'uomo è andato al pronto soccorso per curarsi le ferite, quelle fisiche. Quelle psicologiche ha cercato di alleviarle più tardi, chiedendo sostegno morale al Mos. Sono stati i volontari del Movimento omosessuale sardo a convincerlo che sarebbe stato meglio denunciare tutto ai carabinieri.
Lui si è armato di coraggio ed è andato in caserma: qui ha denunciato i suoi persecutori, con tanto di nome e cognome. ( v. g. )


Cronaca Regionale
Villacidro. Il caso di Roberto Collu: non ha esitato a denunciare gli aggressori
Pestato a sangue da una banda di balordi
Sabato 28 marzo 2009
P ochi giorni fa la furia omofoba si era abbattuta su un ragazzo di Villacidro. Roberto Collu era stato aggredito per strada, nel cuore della notte, mentre tornava a casa. Anche in questo caso a entrare in azione era stato il branco: un gruppo di sconosciuti aveva pestato selvaggiamente il cuoco, ricoprendolo di insulti perché è gay. Lo avevano gettato a terra e colpito più volte con calci e pugni: sulla schiena, sulla testa, sul costato. Roberto Collu era rimasto accasciato sul marciapiede, segnato da lividi, tagli e abrasioni su tutto il corpo. Dopo l'aggressione aveva trovato riparo al Roxy bar. Il locale stava chiudendo e le ragazze che lavorano dietro il bancone lo avevano soccorso e accompagnato alla guardia medica, e poi a casa. Solo due giorni dopo Roberto aveva deciso di denunciare tutto ai carabinieri. Una denuncia che aveva portato allo scoperto il brutale episodio, e che aveva mosso a solidarietà di tutto il paese. Primi fra tutti gli amministratori: il vice sindaco Giannina Orrù aveva manifestato la vicinanza delle istituzioni condannando l'aggressione e andando portando la solidarietà direttamente a casa del cuoco omosessuale. Pochi giorni dopo Roberto aveva espresso tutta la sua amarezza per l'accaduto, confessando di avere preso una decisione irrevocabile: «Vado via da Villacidro», aveva spiegato. Come cuoco ha girato mezza Europa, ma ha sempre fatto ritorno in Sardegna, adesso le cose sono cambiate: «Le botte dell'altro giorno sono state benzina gettata sul fuoco. Ora la voglia di partire è tanta: costruirò la mia vita in un altro Paese». (v. g.)