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SASSARI. REGISTRO UNIONI CIVILI: 5000 FIRME INASCOLTATE
L’ associazione noiDonne 2005 ha scelto di far parte del comitato promotore per l’istituzione del registro comunale delle unioni civili a Sassari, che vede riunite oltre venti sigle

mercoledì 15 agosto 2007 Unione Sarda

SASSARI. L’associazione noiDonne 2005 ha scelto di far parte del comitato promotore per l’istituzione del registro comunale delle unioni civili a Sassari, che vede riunite oltre venti sigle tra partiti, associazioni, movimenti e altri soggetti. Ha partecipato a tutte le iniziative pubbliche, si è impegnata attivamente per la raccolta delle firme, iniziata nell’ottobre 2006, a sostegno dell’istituzione del registro. Il 9 marzo 2007 il comitato ha consegnato al sindaco le cinquemila firme raccolte.

«Le firme chiedono diritto di cittadinanza per tutte quelle unioni che, fondate su vincoli di affettivà o solidarietà o mutua assistenza, possono coinvolgere uomini e donne di tutte le età a prescindere dal loro orientamento sessuale», dicono le componenti dell’associazione. E aggiungono:

«Ci si aspettava che, forte del mandato popolare, la proposta potesse essere presto discussa in Consiglio, per iniziativa dello stesso sindaco, o di quei consiglieri della maggioranza che a più riprese hanno manifestato una disponibilità in tal senso. Ma sin dall’inizio l’orientamento sessuale dei soggetti che avrebbero usufruito del registro comunale si è trasformato nel nocciolo del contendere, e ha determinato, insieme ai calcoli di opportunità politica di ciascuno, che la presentazione della proposta non avesse mai luogo». Il tema della famiglia a più riprese è approdato nell’aula del consiglio comunale:

«Abbiamo assistito a estenuanti sedute in cui qualcuno ha parlato di famiglia «naturale» lasciandosi sfuggire pesanti affermazioni discriminatorie nei confronti delle donne e degli omosessuali. Il dibattito seguito all’occupazione dell’aula consiliare da parte di un colettivo di associazioni in occasione della giornata mondiale per l’orgoglio gay e lesbico ha di fatto decretato l’azzeramento della discussione dell’ordine del giorno che proprio l’omofobia mirava a contrastare e che avrebbe dovuto aprire la strada a una più serena considerazione delle unioni civili». Per le donne dell’associazione si tratta di un episodio preoccupante e significativo: «Da parte nostra è legittimo il sospetto che con ciò si interrompa il percorso del registro nella nostra città. Ci preoccupano fortemente le dinamiche trasversali a cui abbiamo assistito nel corso delle sedute del Consiglio, che si attivano ogni qualvolta si prova ad affrontare il tema dei diritti degli individui».

E ancora: «È forte la frustrazione per le molte energie, speriamo non vanamente spese, in particolare con riferimento alle firme raccolte, espressione di una marcata volontà della cittadinanza rimasta inascoltata e ciononostante ancora viva». Poi ci sono le promesse elettorali fatte e non mantenute: «A ciò si aggiunge un sentimento di amarezza nel constatare che il sindaco e la giunta non siano ancora riusciti a farsi promotori di misure e iniziative che garantiscano l’uguaglianza sostanziale delle cittadine e dei cittadini a prescindere da se, come e con chi intendano condividere la propria vita quotidiana».