SASSARI. REGISTRO UNIONI CIVILI: 5000 FIRME INASCOLTATE
L’ associazione noiDonne 2005 ha scelto di far parte del comitato promotore per l’istituzione del registro comunale delle unioni civili a Sassari, che vede riunite oltre venti sigle
SASSARI. L’associazione noiDonne 2005 ha scelto di far parte del comitato promotore per l’istituzione del registro comunale delle unioni civili a Sassari, che vede riunite oltre venti sigle tra partiti, associazioni, movimenti e altri soggetti. Ha partecipato a tutte le iniziative pubbliche, si è impegnata attivamente per la raccolta delle firme, iniziata nell’ottobre 2006, a sostegno dell’istituzione del registro. Il 9 marzo 2007 il comitato ha consegnato al sindaco le cinquemila firme raccolte.
«Le firme chiedono diritto di cittadinanza per tutte quelle unioni che, fondate su vincoli di affettivà o solidarietà o mutua assistenza, possono coinvolgere uomini e donne di tutte le età a prescindere dal loro orientamento sessuale», dicono le componenti dell’associazione. E aggiungono:
«Ci si aspettava che, forte del mandato popolare, la proposta potesse essere presto discussa in Consiglio, per iniziativa dello stesso sindaco, o di quei consiglieri della maggioranza che a più riprese hanno manifestato una disponibilità in tal senso. Ma sin dall’inizio l’orientamento sessuale dei soggetti che avrebbero usufruito del registro comunale si è trasformato nel nocciolo del contendere, e ha determinato, insieme ai calcoli di opportunità politica di ciascuno, che la presentazione della proposta non avesse mai luogo». Il tema della famiglia a più riprese è approdato nell’aula del consiglio comunale:
«Abbiamo assistito a estenuanti sedute in cui qualcuno ha parlato di famiglia «naturale» lasciandosi sfuggire pesanti affermazioni discriminatorie nei confronti delle donne e degli omosessuali. Il dibattito seguito all’occupazione dell’aula consiliare da parte di un colettivo di associazioni in occasione della giornata mondiale per l’orgoglio gay e lesbico ha di fatto decretato l’azzeramento della discussione dell’ordine del giorno che proprio l’omofobia mirava a contrastare e che avrebbe dovuto aprire la strada a una più serena considerazione delle unioni civili». Per le donne dell’associazione si tratta di un episodio preoccupante e significativo: «Da parte nostra è legittimo il sospetto che con ciò si interrompa il percorso del registro nella nostra città. Ci preoccupano fortemente le dinamiche trasversali a cui abbiamo assistito nel corso delle sedute del Consiglio, che si attivano ogni qualvolta si prova ad affrontare il tema dei diritti degli individui».
E ancora: «È forte la frustrazione per le molte energie, speriamo non vanamente spese, in particolare con riferimento alle firme raccolte, espressione di una marcata volontà della cittadinanza rimasta inascoltata e ciononostante ancora viva». Poi ci sono le promesse elettorali fatte e non mantenute: «A ciò si aggiunge un sentimento di amarezza nel constatare che il sindaco e la giunta non siano ancora riusciti a farsi promotori di misure e iniziative che garantiscano l’uguaglianza sostanziale delle cittadine e dei cittadini a prescindere da se, come e con chi intendano condividere la propria vita quotidiana».
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