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Unione Sarda 11-07-07

Sassari. La protesta era nata per sensibilizzare il Consiglio sull'istituzione del registro delle Unioni Civili
L'orgoglio gay finisce in Procura
Blitz in comune: denunciati esponenti del MOS

Gli uomini della Digos, che il pomeriggio del 28 giugno hanno assistito all'occupazione della sala del Consiglio da parte del Mos e di altri movimenti politici sassaresi, ha presentato un'accurata documentazione in Procura.

L'irruzione del Movimento omosessuale sardo nel Municipio di Sassari approda in Procura. Gli uomini della Digos, che il pomeriggio del 28 giugno hanno assistito all'occupazione della sala del Consiglio da parte del Mos e di altri movimenti politici sassaresi, ha presentato un'accurata documentazione in Procura, denunciando i rappresentanti del Movimento omosessuale sardo e gli altri per occupazione di edificio pubblico. Aspettando che la magistratura apra un'inchiesta, il Consiglio comunale di Sassari ha già condannato l'insurrezione del Mos. Ieri l'assemblea comunale ha stigmatizzato con un ordine del giorno votato a maggioranza il blitz del Mos a Palazzo Ducale. Il documento presentato in aula dal consigliere della Margherita, Antonello Sassu e firmato da gran parte dei consiglieri di centrodestra e centrosinistra, ha impegnato il Consiglio per l'intera mattinata e ha diviso sia le forze di maggioranza sia quelle di minoranza. L'oggetto dell'ordine del giorno è inequivocabile: «Condanna e denuncia dell'indebita occupazione della sala del Consiglio comunale avvenuta il pomeriggio del 28 giugno 2007». Il Mos aveva organizzato un sit davanti a Palazzo ducale per protestare contro l'immobilità del Consiglio davanti alle richieste di istituzione anche a Sassari del registro delle unioni civili. Con una irruzione a sorpresa i manifestanti, fra cui anche rappresentanti del Collettivo studentesco, Andala, Confederazione sindacale sarda, A manca pro s'indipendentzia, Sardgina Natzione, Plco, Irs, Comitato 11 luglio, erano entrati nel Palazzo e avevano occupato la sala del Consiglio approvando provocatoriamente quattro mozioni: per l'informazione sessuale nelle scuole, una sui diritti dei carcerati, una sulla difesa della lingua sarda, e infine l'istituzione del registro delle unioni civili. Tutto sotto gli occhi di carabinieri, poliziotti, vigili urbani e agenti della Digos. Il giorno dopo il sindaco Gianfranco Ganau e il presidente del Consiglio, Monica Spanedda avevano condannato l'episodio, stigmatizzando sia l'occupazione della sala, sia gli aggettivi pesanti con cui il Mos aveva criticato alcuni consiglieri ostentatamente contrari alle unioni civili. Ieri in Consiglio l'azione del Mos è stata condannata a più riprese dalla gran parte dei consiglieri, con l'eccezione dei diessini Dolores Lai e Giampaolo Mameli, di Roberto Schirru e, per il centrodestra, Piero Frau. Si sono astenuti nella votazione l'ex Udeur Manfredi Cao e il diessino Pietro Biosa. Piero Frau ha presentato un altro ordine del giorno chiedendo l'impegno del Consiglio a ricevere in audizione il Mos e discutere finalmente in aula l'istituzione del registro, raccogliendo così la richiesta dei cinquemila sassaresi che hanno firmato una petizione e la hanno consegnata al sindaco. Proprio Ganau ha chiesto ai consiglieri di non approvare il documento: «Questo è il modo peggiore di affrontare l'argomento dei diritti civili. Io sono a favore del registro delle unioni civili, ma in Consiglio non è arrivata nessuna proposta ufficiale e quando arriverà dovrà seguire l'iter usuale passando prima nelle commissioni e poi in aula». L'ordine del giorno è stato bocciato a maggioranza.

VINCENZO GAROFALO