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guarda l'articolo originaleLa risposta. Massimo Mele replica alle reazioni all'occupazione dell'aula consiliare

Il MOS all'attacco del Palazzo “Noi non chiediamo scusa”

Siamo totalmente d'accordo col sindaco Ganau: no al registro delle unioni civili. Così il Mos chiude la velenosa replica alla bufera creata dall'occupazione dell'aula consiliare e dalle esternazioni nei confronti di alcuni consiglieri comunali. Una provocazione, quella firmata dal leader del movimento omosessuale sardo Massimo Mele, infarcita di attacchi al Palazzo e conclusa nel modo più ovvio: “Non ci sentiamo di chiedere scusa a nessuno per aver dimostrato, in maniera pacifica e colorata, la nostra esistenza e la nostra determinazione a vedere finalmente riconosciuti i nostri diritti e la nostra piena cittadinanza”.
La risposta è arrivata a 48 ore da un'altra replica, quella dei 5 consiglieri chiamati in causa durante l'occupazione del Comune e quella della presidente del consiglio Monica Spanedda, che aveva parlato di “offesa all'istituzione”: “Gli aggettivi utilizzati durante la manifestazione altro non erano che l’elenco di quelli usati da loro contro gay e lesbiche in interventi pubblici o addirittura nella sala del consiglio comunale con tutta l’ufficialità del loro ruolo”. E ancora: “Oltre alla scontata difesa dell’aula che la sua posizione comporta, la presidente Spanedda ha stigmatizzato l’uso di aggettivi che pure aveva udito ripetutamente nella sua Aula, ma che non si era mai sognata di criticare. Credevamo che il Consiglio Comunale fosse il luogo della rappresentanza popolare e non un luogo chiuso di una casta che in nessun caso può essere messa in discussione”. Infine, la questione unioni civili: “L’approvazione del registro passa oggi in secondo piano. Infatti tale atto avrebbe dovuto aprire ad un processo di sensibilizzazione sul razzismo e di educazione al rispetto di tutte le diversità davanti alla legge. Allo stato attuale nessuna coppia omosessuale potrebbe rischiare un’esposizione così forte senza temere eventuali atti di discriminazione e di violenza”.
E non finisce qui, perchè sono attese ora le azioni dei consiglieri offesi.