Unioni civili, via alla raccolta di firme
SASSARI. Il comitato promotore per il registro delle UnioniCivili sarà presente domani a Sassari con i banchetti informativi e di raccolta firme. Il Comitato, considerato l’interesse riscontrato nella città, sarà presente in maniera incisiva, articolando la presenza in varie piazze con i diversi comitati: piazza Castello per il Comitato Circolo Progetto Progessista; piazza Azuni, per il Comitato Arci; Piazza Italia per il comitato Ds sezione Sassari; viale Italia (nei tratti compreso tra Corso Margherita di Savoia e viale Mancini e via Sardegna e viale Amendola) per il comitato «La bottega del commercio equo e noi donne 2005»; viale Amendola (fronte Multineddu) per il comitato «Pdci» e «Mos». I banchetti saranno presenti dalle 9 alle 14 e dalle 16 alle 20. Sono punti fissi di raccolta firme: Libreria Odradek via Torre Tonda; L’Altra Bottega (commercio equo solidale), via Usai, tutti i giorni, ore negozio. Per informazioni ci si può rivolgere a Maria Rosaria D’Andrea (tel.340/4772025). Da alcuni anni le regioni e i comuni si muovono nella strada del riconoscimento delle coppie di fatto attraverso leggi e regolamenti. Anche a Sassari alcuni partiti e associazioni hanno propposto l’istituzione del registro delle unionicivili. Si tratta di un’iniziativa che va nella direzione del «riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto» (come si legge nel programma dell’Unione). Il criterio per definire la natura di un’unione di fatto non è il genere dei conviventi o il loro orientamento sessuale: un’unione di fatto è tale se è stabile, volontaria e il tipo di relazione può essere sentimentale, assistenziale o di solidarietà (si pensi a due persone anziane che vivono insieme da tanti anni). Può essere un’unione eterosessuale o omosessuale. «I motivi della contrarietà al registro che sono stati addotti dalla destra - spiegano i comitati - denotano scarsa conoscenza, superficialità e un certo intento discriminatorio. Non si tratta di minare la famiglia o addirittura di sostituirla. La famiglia tradizionale sancita dalla Costituzione non è in pericolo».
20-10-06, pag. 25, Sassari