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Sassari, 24 lug. - Istituire anche a Sassari un registro delle unioni civili, seguendo l'esempio di Empoli dove le coppie di fatto sono tutelate fin dal 1993.

E' l'obiettivo di un'iniziativa promossa da Movimento omosessuale sardo, cui hanno aderito, tra gli altri, Arci, Cgil, Rosa nel Pugno, Irs, Rifondazione e Comunisti italiani.

In una conferenza stampa nel salone "Mastino" della Cgil territoriale sassarese, il leader del Mos Massimo Mele, assieme al presidente regionale dell'Arci Franco Uda e alla segretaria confederale della Cgil per le Pari opportunità Franca Sabino, ha illustrato il progetto, che si concretizza in una petizione popolare, ritenuta uno strumento di pressione verso il Consiglio comunale, ritenuto poco sensibile su questo tema, per il riconoscimento delle coppie di fatto, etero e omosessuali.

"L'approvazione del registro comunale, oltre a un valore simbolico e politico - sostengono i promotori - ha anche un valore immediato, per le pochissime competenze comunali in cui la dimensione coniugale ha importanza, come l'assegnazione delle case popolari o l'assistenza sociale".

La proposta, in tre articoli, prevede che il Comune riconosca alle unioni civili gli stessi diritti delle coppie sposate, garantendo uguali benefici e opportunità amministrative. L'iscrizione all'elenco potrà essere richiesta da persone non sposate o legate da parentela ma da vincoli affettivi, coabitanti da almeno un anno, e residenti nel comune di Sassari o da persone che convivono per motivi di "reciproca assistenza morale e/o materiale".

Alla conferenza stampa di oggi erano presenti, tra gli altri, i consiglieri comunali Dolores Lai (Ds) e Vinicio Tedde (Rosa nel pugno) e il deputato Elias Vacca (Pdci).

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Legittimare le unioni civili

(La Nuova Sardegna 25/07/2006)

Di Antonio Meloni

"Legittimare le unioni civili" Mos, Arci e Cgil chiedono l'istituzione di un registro SASSARI L'istituzione di un registro delle unioni civili è l'obiettivo di una petizione promossa dal Movimento omosessuale sardo d'intesa con l'Arci, la Cgil e un gruppo di partiti e movimenti. L'iniziativa è stata illustrata ieri, nel salone "Mastino" della Cgil, dal leader del Mos Massimo Mele, Franca Sabino della Cgil e Franco Uda dell'Arci. Di istituire un registro delle unioni civili in ogni comune si parla almeno da tredici anni. La creazione del primo albo risale al 1993, quando il comune di Empoli, in anticipo su tutti, cominciò a tutelare le coppie di fatto. Sulla scorta di quell'esperienza, il Movimento omosessuale sardo, sostenuto da un folto gruppo di associazioni e partiti, ha costituito un comitato cittadino con l'intento di promuovere una raccolta di firme per l'istituzione di un registro comunale. "L'obiettivo - ha spiegato ieri Massimo Mele - è la tutela delle unioni civili non solo di quelle omosessuali, per dare legittimità a numerose situazioni di fatto". L'iscrizione al registro, infatti, farebbe maturare una serie di diritti come l'accesso alle graduatorie per l'assegnazione di una casa e l'assistenza sanitaria. La raccolta di firme, che sarà promossa su tutto il territorio regionale, dovrebbe poi approdare in consiglio comunale per la definitiva votazione e l'eventuale approvazione. Ma la sensazione diffusa è che la questione sarà oggetto di acceso dibattito non solo da parte dell'opposizione, ma anche in seno alla maggioranza. "Faremo di tutto perchè la richiesta passi - garantisce Dolores Lai, consigliere comunale dei Ds - non è l'istanza di un singolo consigliere, ma un'esigenza sentita da buona parte dei cittadini". Che per sostenere la proposta sia necessaria un'opera di ingegneria politica, all'interno dell'assemblea civica, lo sostiene anche il deputato dei comunisti italiani Elias Vacca "Altrimenti - dice - il rischio è di fare un gioco da terzino che butta la palla nel mucchio con la speranza che qualcuno segni". "Non è in discussione la famiglia tradizionale fondata sul matrimonio - tengono a precisare i promotori dell'iniziativa - si tratta di scelte diverse che rispondono a esigenze differenti". Certo è che negli ultimi vent'anni, il numero delle unioni di fatto è cresciuto in misura esponenziale. La scelta delle convivenza - prosegue il comitato promotore - non mina alla fondamenta la famiglia comunemente intesa, ma apre le porte a unioni sociali diverse. Alla conferenza hanno partecipato, fra gli altri, i consiglieri comunali Vinicio Tedde (Sdi) e Giampaolo Mameli (Ds), il consigliere provinciale Alba Canu (Ds) e il presidente regionale dell'Arci Franco Uda.

(Nuova Sardegna, La del 25/07/2006)

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