La posizione del Forum delle Associazioni familiari sulle unioni civili
Matrimonio e coppie di fatto, paragone impossibile
Sulle unionicivili il Forum delle Associazioni familiari di Sassari cerca di fare chiarezza sui contenuti e significati sia del matrimonio che delle cosiddette coppie di fatto. Il Formun dichiara inammissibili «lo svuotamento» del matrimonio a favore di altri legami affettivi e l’equiparazione del matrimonio ad altre forme sociali di varia ed eterogenea natura quali il riconoscimento delle unioni di fatto. Quando si parla di famiglia si parla sia di diritti che dei doveri intrinseci nel matrimonio, (art. 143, 144, 147 del Codice Civile), di quel diritto riconosciuto soprattutto dall’art. 29 della nostra Costituzione, nel quale appunto lo Stato riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. In virtù di queste disposizioni, si riconosce anche il sostegno della valenza sociale e pubblica della famiglia per la quale debbono essere attuate politiche che abbiano al centro non l’individuo ma, appunto, il nucleo familiare. Qualsiasi altra «relazione» di interdipendenza e reciproca responsabilità, sia essa di natura sessuale o affettiva o amicale o economica ed esclusa quella della filiazione, ha una natura esclusivamente privata. Lo stare insieme in un progetto di vita a due non è un fatto di spontaneità, ma una scelta libera nella responsabilità e nella legalità. Proprio la famiglia in questi ultimi anni è stata oggetto di attacchi da parte di forze che tentano di delegittimarne le valenze, tutelando altre forme di convivenza come le unioni familiari e istituendo i registri delle coppie di fatto. È una nuova tattica: si modifica localmente quello che non si riesce a cambiare a livello nazionale, creando così dei precedenti e spingendo poi per estenderli all’interno del Paese, con la scusa che «già esiste in gran parte d’Italia». A dire il vero i registri delle unionicivili sono stati un autentico flop in tutt’Italia (Pisa n. 31 coppie in 8 anni; Empoli n. 3; Perugia n. 6; Arezzo n. 7 e via dicendo). Dare una qualsiasi forma di riconoscimento giuridico, nell’ambito del diritto pubblico, a unioni diverse da quelle della famiglia nata dal matrimonio civile o religioso è come mettere in circolazione monete false che inevitabilmente deprezzano la moneta corrente. La verità è che col pretesto delle unionicivili si vuole il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali. Soltanto un’antropologia che risponda alla piena verità dell’uomo dà una risposta appropriata al problema. Alla luce di tale antropologia si rivela quanto sia incongrua la pretese di attribuire una realtà coniugale all’unione fra persone dello stesso sesso: l’oggettiva infecondità finalizzata alla trasmissione della vita e l’assenza di complementarietà sia sul piano fisico-biologico e psicologico che esiste tra maschio e femmina secondo natura. E proprio per affermare al contrario la fecondità della coppia omosessuale che si tende oggigiorno al riconoscimento dei diritti sull’adozione dei minori. È dovere delle famiglie prendere coscienza di essere le uniche destinatarie delle politiche familiari e che le istituzioni devono favorire il loro sviluppo per il ruolo di soggetto sociale che solo a loro compete.
Antonello Macciocu Presidente del forum delle associazioni familiari
15-10-06, pag. 30, Sassari