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Aprile 2007 , l'Unità ................................................................................................Leggi la risoluzione completa >>>>>>>

Bruxelles - 325 SÌ, 124 NO e 150 astenuti. Il Parlamento europeo ha approvato ieri una risoluzione che sollecita le autorità polacche «ad astenersi dal proporre o adottare» le leggi evocate nei giorni scorsi da componenti del governo ultraconservatore di Jaroslaw Kaczynski e dal porre in atto «misure intimidatorie» nei confronti delle organizzazioni gay.

Il testo proposto da socialisti, verdi, sinistra europea e liberademocratici fa un riferimento esplicito alle recenti dichiarazioni del ministro della pubblica istruzione e vice premier polacco, Roman Gyertich, sul progetto di legge destinato a punire «la propaganda omosessuale» nelle scuole, e a quelle del vice ministro all'istruzione Miroslaw Orzechowski, per il quale «gli insegnanti che renderanno pubblica la loro omosessualità saranno licenziati».

Gli eurodeputati invitano le autorità polacche «a condannare pubblicamente e a prendere misure contro le dichiarazioni rilasciate da leader politici incitanti alla discriminazione e all'odio sulla base dell'orientamento sessuale». Il parlamento Ue chiede anche l'invio di una delegazione europea in Polonia per accertare i fatti. Nella risoluzione sono stati tolti riferimenti al presidente della Cei Angelo Bagnasco che erano contenuti nelle proposte originarie, ma si condannano comunque «i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi». Citato, come esempio del problema in Europa, anche il caso del ragazzo italiano suicida perché vittima del bullismo omofobico dei compagni di scuola. L’Europarlamento ha anche indetto per il 17 maggio una giornata internazionale contro l’omofobia, intervenendo anche sui Gay Pride, per chiedere ai governi di non impedirne lo svolgimento e di proteggerne i partecipanti.

L’attivismo ultraconservatore del governo polacco continua a fare scandalo anche sul controverso terreno della «lustracja». Dopo il caloroso sostegno dell’europarlamento a Bronislaw Geremek, uno dei padri del movimento Solidarnosc ed ex ministro degli Esteri della Polonia, che ha rifiutato di sottoscrivere la legge che obbliga i funzionari a dichiarare eventuali collaborazioni con i servizi segreti dell'ex regime comunista, anche Tadeusz Mazowiecki, già capo del primo governo in Polonia dopo la caduta del comunismo si è rifiutato di ottemperare alla legge sulla «decomunistizzazione», secondo quanto afferma il settimanale Wprost. Mazowiecki, 80 anni, doveva compilare una dichiarazione sul proprio passato, come membro di una commissione che attribuisce la massima onorificenza polacca, l'Ordine dell'Aquila bianca. In base alla nuova legge sarà costretto a lasciare la commissione.

Sulla controversa legge, la Commissione europea si è mantenuta prudente. «La legge è all'esame della Corte Costituzionale polacco», ha detto il portavoce Johannes Lainterberger, rilevando che non spetta alla Commissione pronunciarsi sulla sua legalità.

Quanto alla possibilità che la Commissione lanci la procedura prevista dagli articoli 6 e 7 del Trattato Ue (che prevede la possibilità di sanzioni contro uno Stato che viola i principi dell'Ue), Laitenberger ha ricordato che, in generale, «sono una salvaguardia ultima contro la violazione dei principi dello Stato di diritto in un paese». Fino a quando in un paese «c'è un procedimento legale in corso non è abitudine della Commissione prendere casi individuali per analizzarli».