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Scegliamo l’autodeterminazione Esprimiamo la nostra indignazione per il messaggio scelto per la campagna di comunicazione contro l’omofobia della Regione Toscana: "L’orientamento sessuale non è una scelta", con l’immagine di un neonato che indossa un braccialetto con la scritta "homosexual" (http://www.primapagina.regione.toscana.it/?codice=23722). Questo slogan è la riproposizione delle teorie sulla differenza genetica che condanna lesbiche, gay e trans alle stigmate della minorità e quindi della discriminazione, invita inoltre ad una tolleranza pietistica verso le persone ad orientamento omosessuale, mostrando lesbiche e gay come soggetti deboli che non scelgono le proprie vite. Esprimiamo, d’altro canto, pari indignazione per gli attacchi vergognosamente omofobi provenienti dal centro-destra, come sempre pronto ad attaccare, con toni beceri e violenti, tutto ciò che concerne lesbiche, gay e trans. Riguardo alla campagna vogliamo sottolineare che il dibattito tra un’ipotesi culturalista ed una biologista dell’omosessualità ha una lunga storia, ma è ormai un dato acquisito, da anni, nel dibattito scientifico serio, che sono tanti, diversi e complessi i percorsi che portano una persona a definirsi gay, lesbica o trans e che essi chiamano in causa l'intreccio delle dimensioni affettive, culturali, relazionali che strutturano le nostre vite. Sosteniamo con forza il concetto di autodeterminazione di tutte e tutti, riteniamo che il rispetto sia dovuto a tutte le persone a prescindere dalle loro scelte e dai loro stili di vita. Esprimiamo il nostro sconcerto davanti al fatto che la Regione Toscana, nel produrre questa campagna, non abbia fatto tesoro dell’elaborazione politica e culturale dei movimenti LGBT e femminista che si riconoscono nel concetto di autodeterminazione e che, al termine "omosessuale", di ambito medico e neutro rispetto al genere, preferiscono nominare le singole soggettività parlando di lesbiche e gay. Riteniamo che gli enti pubblici che vogliano realmente costruire percorsi contro l’omofobia, la violenza e la discriminazione ai danni di lesbiche, gay e trans debbano fornire strumenti alle associazioni LGBT e mettere al servizio della comunità la ricchezza culturale da queste prodotta e non proporre azioni che riportano il dibattito sul tema dell’omosessualità indietro di almeno trent’anni, quando scienza, chiesa e politica disquisivano e decidevano sui corpi e sulle vite di lesbiche, gay e trans, quando cioè il movimento non era ancora nato. Chiediamo l’immediato ritiro della campagna di comunicazione della Regione Toscana e l’apertura di un dibattito serio tra istituzioni e movimento senza intermediazioni. Chiediamo a tutte e a tutti coloro che lo condividono, singoli/e e realtà organizzate, di sottoscrivere questo appello scrivendo a info@azionegayelesbica.it. AZIONE GAY E LESBICA FIRENZE
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