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No Aids 2004
Indagine conoscitiva del circolo Arci Borderline e del MOS sulla percezione dell'Aids in Sardegna condotta nel 2003.
Oltre all'indagine troverai tutte le informazioni riuguardo al virus, ai centri dove fare il test, i rapporti dei ministeri e altro ancora

L'indagine è stata finanziata dalla Fondazione Banco di Sardegna

 

1° Dicembre 2004

Giornata Mondiale Per la lotta all'Aids

 

Il comunicato stampa del MOS

Quest’anno oltre tre milioni di persone, di cui mezzo milione di bambini, sono morte a causa dell’Aids, mentre le persone contagiate o malate sono oltre 39 milioni nel mondo.

Sono cifre tratte dal rapporto 2004 sulla diffusione del virus Hiv/Aids redatto dall’agenzia delle Nazioni Unite per l’Aids (Unaids) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e diffuso in vista della giornata mondiale della lotta contro l’Aids che cadrà il 1 dicembre prossimo.

Tale numero interessa principalmente il continente africano dove l’Aids è diventato una delle principali cause di morte fra la popolazione, con una diffusione che in alcune regioni raggiunge circa il 25% della popolazione. A fronte di questo disastro umanitario, non solo l’occidente non ha rispettato le promesse fatte destinando alla lotta mondiale contro l’Aids solo le briciole della spesa, ma addirittura l’Italia è riuscita a non versare la rata 2004 di quell’impegno di spesa assunto durante il G8 di Genova, rata di cui non c’è traccia nemmeno nella nuova finanziaria, troppo impegnata a togliere qualche spicciolo dalla tasse dei ricchi per pensare ai milioni di morti dell’Africa.

Ma l’Italia non latita solo a livello internazionale. Da noi la lotta all’Aids è ormai quasi inesistente. Totalmente assenti le grandi campagne ministeriali, drastico taglio ai finanziamenti per l’informazione e la prevenzione, esclusione delle associazioni gay e lesbiche, fino ad oggi le più attive nella lotta all’Aids, dai finanziamenti nazionali e approccio alla malattia unicamente ideologico. Infatti, non solo non è stato fatto nulla per tentare di abbassare il costo dei preservativi, unica barriera contro il virus, che oggi hanno un costo proibitivo per la maggior parte degli adolescenti, ma ne è stato addirittura sconsigliato l’utilizzo con una campagna a dir poco terroristica. Infatti, nell’ultimo opuscolo distribuito dalla ministra Moratti agli studenti, si indica l’astinenza sessuale come unica arma contro il virus, e, del tutto irresponsabilmente, si sostiene la non sicurezza del preservativo nel prevenire il contagio. Un po’ come dire che il casco non è sicuro al 100%, per cui usarlo o no è uguale e per non avere incidenti meglio andare a piedi. A più di vent’anni di distanza ritorna la dottrina Donat Catten, intrisa di ideologia e pregiudizio.

Sparite le pubblicità televisive e le campagne nazionali sulla carta stampata, inesistenti opuscoli e manifesti, telefoni verdi e centralini muti per la maggior parte del tempo. Così l’Italia affronta la nuova ondata di contagi che sta investendo tutto il mondo occidentale. La convinzione che l’Aids sia una malattia ormai sconfitta, cronicizzabile e circoscritta geograficamente e socialmente, non investe però solo gli ambienti della destra conservatrice di cui la Moratti è una patetica espressione, ma persino la grande stampa indipendente, come si evince leggendo il Corriere della Sera che assicura: “Ora l’Aids può essere considerata una malattia cronica” (sab. 27/11 pag 15). Il convincimento che esistano processi di negativizzazione, che da Magic Johnson in poi ha portato molti a pensare ad una possibile guarigione e l’estrema fiducia nelle terapie, che invece continuano ad avere enormi effetti collaterali, a provocare mutazioni e resistenze nel virus e, soprattutto, non sono adatte a tutti, hanno concorso nell’abbassare la guardia sia nella prevenzione che nell’informazione.

Uno studio condotto dal Movimento Omosessuale Sardo e finanziato dalla Fondazione Banco di Sardegna, su un campione di più di mille giovani sardi/e, ha evidenziato proprio questo fatto: a fronte di una buona conoscenza del virus e delle vie di trasmissione, è bassissima la percezione della territorialità della malattia e del pericolo per sé, con conseguente scarsa attenzione alle regole del sesso sicuro. Una delle cause principali è stata sicuramente la limitazione degli interventi pubblici e privati sull’Aids al mondo della tossicodipendenza, fornendo, al resto della popolazione, un facile alibi ai propri comportamenti.Eppure la realtà ci fornisce dati e situazioni diverse, con una ripresa della diffusione del virus in tutto il mondo occidentale, spesso associato ad altre malattie a trasmissione sessuale, come la Sifilide. La sifilide è una malattia genitale che causa ulcere ed escoriazioni e facilita la trasmissione dell’AIDS. Il rischio di trasmissione del virus HIV è da 2 a 5 volte più elevato quando è presente anche una infezione da sifilide. Grazie a un semplice test diagnostico e a una elevata efficacia della cura antibiotica, è oggi una malattia potenzialmente controllabile dai sistemi di sanità pubblica. Se non è trattata adeguatamente però, come spesso accade quando non si riconoscono i sintomi, può causare danni al sistema nervoso, ai vasi arteriosi, disordine mentale ed eventualmente, morte. Dopo l’AIDS, la sifilide, che ha una incidenza annua di 12 milioni di nuovi malati nel mondo, è la malattia sessualmente trasmissibile con il più alto tasso di mortalità.

Anche Sassari negli ultimi due anni ha visto una diffusione spropositata della Sifilide, spesso associata a nuove infezioni da HIV, tanto da spingere le autorità sanitarie a lanciare l’allarme, richiamando la necessità della protezione e del sesso sicuro.

L’enorme numero di morti e la sempre maggiore diffusione della malattia ci impongono un’assunzione di responsabilità verso noi stessi e verso quelle popolazioni che abbiamo spesso sfruttato o utilizzato in guerre fratricide al solo scopo di vendere armi. I veri terroristi oggi sono tutti coloro che impediscono ai paesi del terzo mondo l’utilizzo delle terapie antiretrovirali a basso costo, a cominciare dalle case farmaceutiche.

Altro che guerre preventive, l’unica guerra umanitaria possibile è quella contro la fame e le malattie che uccidono decine di milioni di persone ogni anno.

Festeggiare il 1° Dicembre? Preferiamo invitarvi tutti e tutte a fare il test e a manifestare per un prezzo politico del preservativo e per un maggiore impegno nella lotta all´Aids.

Pensiamoci e usiamo sempre il preservativo.

 

Movimento Omosessuale Sardo