Lettera aperta a Gianfranco Ganau, Sindaco di Sassari
in merito alla censura operata sulla campagna dipingi il tuo Si a sostegno del referendum sulla procreazione assistita

Caro Gianfranco,
non avremmo mai pensato che il tuo primo atto come Sindaco sarebbe stato quello di censurare in maniera autoritaria la libera espressione artistica di cittadine e cittadini impegnati nella campagna referendaria.
Sabato mattina artisti sassaresi che fanno riferimento ad una componente del comitato per i SI all’abolizione parziale della legge 40 e della legge regionale che consente di utilizzare le scorie metalliche, hanno realizzato negli appositi spazi dipinti che esprimevano le motivazioni del loro si.
Come è noto, la legge sulla procreazione assistita pone in discussione concetti tutt’altro che facili, che attraversano la coscienza di ognuno di noi: la procreazione, il diritto all’autodeterminazione della donna, la vita di relazione, il concetto di famiglia, la sessualità e il rapporto fra i credo individuali e l’ordinamento giuridico di uno Stato laico. Viene da sé che l’espressione di posizioni individuali possa non essere condivisa da alcuni. Ed è scontato che rappresentanti di quel cattolicesimo integralista e reazionario come anche di quella destra autoritaria e misogina rifiutino rappresentazioni che si basano sulle libertà individuali e sul diritto all’autodeterminazione della donna. E’ da questo che nasce infatti la delirante interrogazione al Sindaco del cittadino di AN (consigliere ancora non lo è) Carta.
Assurdo è però che un Sindaco di centro sinistra agisca sullo stesso piano e deleghi l’ufficio tecnico del Comune a decidere sulla moralità di un’opera d’arte, censurandola con la rimozione e distruzione immediata. Abbiamo sempre pensato che la differenza tra centro sinistra e centro destra non stesse unicamente in una diversa lettura dei problemi sociali e nelle proposte politiche di risoluzione, ma anche, e soprattutto, in un diverso modo di relazionarsi alla popolazione attraverso un continuo confronto e un coinvolgimento di tutte le persone interessate. Chiamiamola socializzazione dei problemi per soluzioni condivise, o anche semplicemente rispetto per le posizioni diverse. In ogni caso un comportamento opposto all’autoritarismo bigotto e censorio che ha caratterizzato l’atteggiamento del Sindaco.
Ci auguriamo che la decisione assunta di censurare i manifesti per il Si sia stata solo una “sciocchezza” non ponderata e non una scelta di campo contro chi si esprime con creativitàe a favore invece della parte più reazionaria che vuole imporre i suoi dogmi, le sue scelte religiose e morali a tutti gli altri.
Ricordiamo infine che la modifica della legge 40 non impone ai cattolici niente di niente, mentre la sua mancata abrogazione impone dogmi e obblighi di tipo etico a chi cattolico non è, e soprattutto lede i diritti delle donne, primo fra tutti quello alla propria autodeterminazione.

Liberiamo Sassari, Andala, Circ. ARCI Borderline, Movimento Omosessuale Sardo